Cinisello, no al film Lgbt: "Clima di censura"

Cancellata la proiezione di una pellicola ritenuta "forte" nella rassegna estiva. L'associazione Gaymin Out accusa la giunta di "omofobia"

Andrea Catania, Pd, critica la giunta su ideologia e metodo

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Cinisello Balsamo (Milano), 19 maggio 2019 - "Quest'anno  nessun film con tematiche Lgbt verrà proiettato durante la rassegna Cinema nel Parco di Villa Ghirlanda. Ogni anno dal 2016 abbiamo proiettato 4 film a tematica Lgbt. Quest’anno sarebbero stati due, ma meglio di niente. Oggi è arrivato il rifiuto di proiettarne anche solo uno. Senza un motivo, uno solo, che giustifichi la scelta. Anzi forse un motivo c’è: si chiama omofobia".

È pesantissima l’accusa lanciata nei confronti dell’amministrazione comunale dall’associazione Gaymin Out di Cinisello, che i si occupa delle tematiche legate al mondo dell’omosessualità. Proprio nella Giornata internazionale contro l’omo-bi-transfobia, l’associazione ha ufficializzato che la proiezione del film “La mia vita con John F. Donovan”, originariamente programmata per il 31 luglio a Villa Ghirlanda, è stata annullata. Sotto accusa è finito il sindaco Giacomo Ghilardi. La risposta del primo cittadino è stata di assoluta sorpresa: "È curioso che mi sia trovato accusato per un tema che non ho seguito e non conoscevo fino a quando ho letto su facebook le accuse dell’associazione. In effetti, nella programma per il Cinema nel Parco, stilato dagli uffici comunali in collaborazione con Anteo, il Comune aveva chiesto di rinunciare a quel film perché la trama tratta la tematica del rapporto di un ragazzo di 11 anni con uno scrittore, cosa che è stata ritenuta forte. Tuttavia, pur rivendicando la mia libertà di non condividere a pieno le tematiche dell’associazione, non mi sarei mai permesso di censurare questa iniziativa. Se c’era un problema, sarebbe bastato che i rappresentanti, che conosco da anni, mi chiamassero e lo avremmo risolto col dialogo. Invece, mi pare si sia preferito fare campagna elettorale sparando sull’avversario".

Ancora non è chiaro se alla fine qualche film su temi Lgbt sarà programmato. Tuttavia, il caso è diventato politico: se i soci di Gaymin Out si dicono "atterriti dal clima di censura", dal Pd l’ex assessore alla Cultura Andrea Catania mette sotto accusa l’attuale, Daniela Maggi: "La giunta non poteva non sapere – dice Catania – perché la programmazione viene vistata dall’assessore competente e se c’è stato un rifiuto, è stato avallato dall’amministrazione. Già mesi fa l’assessore aveva vietato i gruppi di lettura in biblioteca, ora torna con una censura pesante sui diritti civili. Evidentemente oltre che un problema ideologico hanno anche un problema di metodo unito all’incapacità di dialogare".