Sesto, cattolici e islamici come fratelli: firmato documento storico

Promosso il dialogo interreligioso

Gueddouda Boubakeur e Don Leone Nuzzolese alla firma

Gueddouda Boubakeur e Don Leone Nuzzolese alla firma

Sesto San Giovanni (Milano), 12 aprile 2019 - La Colomba e l’ulivo, simbolo di pace, come regali. La firma di un documento dedicato alla fratellanza interreligiosa. Ma soprattutto l’abbraccio tra don Leone Nuzzolese, decano di Sesto, e Gueddouda Boubakeur, presidente del centro culturale islamico, come quello tra Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al- Tayyip. Davanti alla città, in un Teatro Vittoria gremito, i due rappresentanti religiosi di Sesto hanno voluto siglare il “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”. «Abbiamo voluto firmare questo atto importantissimo davanti alla città e non chiusi in un ufficio. La firma rappresenta l’atto materiale, ma l’atto spirituale di questo percorso è l’abbraccio – ha sottolineato Boubakeur -. Oggi diciamo che vogliamo fare di più per la città del futuro, dove siamo diversi non solo per religione ma anche per cultura e filosofia. È uno stimolo per dare una speranza: si può vivere senza muri, anche se qualcuno li sta alzando».

Un percorso lungo quello tra Decanato e comunità islamica, che in questi mesi ha visto un vero e proprio gemellaggio fatto di assemblee, confronti tra la popolazione più giovane, incontri tematici nelle chiese e nella moschea di via Luini. «Ci siamo impegnati e convinti reciprocamente ad accogliere i diversi – ha spiegato don Leone -. Fare una città significa che non è più sufficiente né il castello né il monastero. Perché la vocazione di una città è tenere assieme tutti». Il documento, 10 pagine che si chiudono con la preghiera per la pace cristiana e per la pace musulmana, è stato distribuito ai presenti.

«Portatelo a casa, leggetelo, studiatelo», l’invito di Decanato e centro islamico. E, a fine serata, è stato anche firmato dai numerosi sestesi – e non solo – che hanno deciso di riempire il teatro. Un impegno e un abbraccio collettivo tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud, tra religioni e culture. Libertà come diritto di ogni persona, diffusione della cultura della tolleranza, dialogo tra credenti, protezione dei luoghi di culto, eguaglianza di diritti e doveri sono solo alcuni dei temi toccati dal libretto. «Sesto ha scelto incontro, unione e pellegrinaggio inteso come spostamento dei muri, per lasciare spazio a ragione e umanità – ha commentato Abdullah Tchina, direttore del centro islamico -. Vogliamo consegnare alle nuove generazioni il rispetto del diverso e crescere insieme tra culture diverse. Questo di stasera è un atto di amicizia tra due grandi religioni e tra uomini di buona volontà». A febbraio il documento di Abu Dhabi firmato dal Papa e dall’Imam di Al-Azhar, quando il percorso sestese era già stato avviato.

«Un segno provvidenziale per la nostra città, una sincronia non voluta – ha dichiarato il prevosto don Roberto Davanzo -. A noi occidentali questo documento ricorda che la nostra civiltà si fonda su libertà, uguaglianza e fraternità. Quest’ultima è stata persa di vista, perché è più impegnativa e faticosa. Non ignoriamo le differenze, ma dobbiamo costruire ponti e alleanze per conoscersi e andare oltre».