Settimo e Cesano Boscone, il coronavirus anche alla Sacra Famiglia

Il virus ha colpito sia nella sede di Settimo che in quelle di Cesano Boscone con due morti e 36 contagiati

Paolo Pigni, direttore generale dell Rsa, chiede un coordinamento della Regione

Paolo Pigni, direttore generale dell Rsa, chiede un coordinamento della Regione

Settimo Milanese e Cesano Boscone (Milano), 27 marzo 2020 - Due giorni fa l’appello del direttore generale Paolo Pigni, "noi facciamo di tutto per tenere il virus fuori dalla porta, ma il Welfare non ci lasci da solo". E dopo il caso clamoroso della Rsa di Mombretto a Mediglia, dove i decessi sono saliti a 59, ecco i primi casi positivi e i primi due decessi anche nelle strutture della Sacra Famiglia di Cesano Boscone e Settimo Milanese. E la nuova richiesta a Regione Lombardia, "si costituisca un’unità di crisi perché la partita nelle Rsa e nelle Residenze sanitarie per disabili va gestita con attenzione".

I risultati dei primi tamponi effettuati su alcuni casi sospetti sono arrivati ieri mattina: 14 pazienti positivi in Casa di Cura Ambrosiana (su 35 tamponi effettuati), 5 ospiti positivi nella Residenza sanitaria per disabili Santa Teresina (3 in un nucleo e 2 in un altro, il terzo nucleo per ora invece immune), 19 positivi di cui due decessi nella residenza per anziani Santa Caterina di Settimo Milanese. Si tratta di due persone disabili di 60 e 78 anni, una è deceduta in struttura con sintomatologia di crisi respiratoria e una in ospedale dove era stata accertata la positività con tampone. "In queste ore stiamo mettendo in isolamento i contagiati in due specifici nuclei Covid-19 - spiega Marco Arosio, direttore della struttura di Settimo Milanese che ospita 140 persone in regime residenziale - al personale sono già stati forniti, come del resto nei giorni scorsi, tutti i dispositivi di protezione personale previsti in questi casi. A oggi gli ospiti del nucleo interessato sono in buone condizioni, alcuni presentano sintomi febbrili non preoccupanti, altri sono completamente asintomatici. In ottemperanza ai decreti ministeriali nella sede di via Alfieri avevamo limitato gli accessi in struttura da parte di familiari e volontari già da domenica 24 febbraio".

Anche nelle strutture di Cesano Boscone si lavora da giorni per attrezzare spazi di isolamento in cui ospitare gli eventuali casi positivi. Ma non basta, il direttore generale Pigni, ha lanciato un nuovo appello affinché venga riconosciuto l’impegno delle strutture che accolgono persone fragili, come anziani e disabili, per contrastare l’avanzare del contagio. "Serve un cambio di passo. È vero che la battaglia si combatte principalmente in ospedale, ma non c’è solo quel fronte. Penso a una sorta di Unità di crisi promossa da Regione o Ats sulle fragilità. Noi siamo disponibili a dare il nostro contributo in termini di competenza, ma diciamo no alla burocrazia. Bene la raccolta dei dati, ma poi servono urgentemente riscontri operativi: abbiamo bisogno di tamponi diagnostici, presidi di protezione, fondi straordinari. Se ci limitiamo alla modulistica, finiamo male". Don Marco Bove, presidente di Sacra Famiglia, aggiunge, "stiamo facendo tutto quanto è in nostro potere per gestire queste situazioni e mettere tutti gli operatori in prima linea nelle condizioni di lavorare in sicurezza".