Cnh di Pregnana, trasferimento rinviato: una speranza per i lavoratori

L’azienda disponibile a concedere altri sei mesi per trovare soggetti industriali interessati a rilevare lo stabilimento di Pregnana

La Fiom si è schierata fin da subito a fianco dei lavoratori Cnh di Pregnana

La Fiom si è schierata fin da subito a fianco dei lavoratori Cnh di Pregnana

Pregnana Milanese (Milano), 21 gennaio 2020 - Disponibilità a rinviare di sei mesi, da giugno a dicembre 2020, il trasferimento della produzione a Torino e tavolo di trattativa in Regione per individuare altri soggetti industriali interessati allo stabilimento. Dopo mesi di scioperi e proteste si aprono spiragli positivi per la Cnh Ftp Industrial di Pregnana. L’azienda che lo scorso mese di ottobre aveva annunciato il trasferimento delle attività produttive a Torino a giugno 2020 e delle attività di logistica nel 2012 con la conseguente chiusura del plant milanese dove sono impiegati 260 lavoratori e 40 società di appalto si è resa disponibile a posticipare lo spostamento di sei mesi per dare più tempo alle parti in causa di trovare soluzioni alternative per mantenere la produzione e salvare i posti di lavoro. Il Piano Industriale del Gruppo non cambia ma il tempo richiesto per dare un futuro allo storico stabilimento ed evitare licenziamenti collettivi ora c’è.

«Nei giorni scorsi c’è stata questa apertura da parte di Cnh Industrial e la Regione ha convocato per il 30 gennaio un incontro per iniziare a discutere. In quella sede sarà fondamentale mettere nero su bianco gli impegni di tutti e arrivare ad un accordo - dice Roberta Turi, segretaria generale della Fiom di Milano - ci confronteremo sulla riorganizzazione dello stabilimento con il coinvolgimento di altri soggetti industriale interessati a dare continuità produttiva e sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali necessari per non lasciare nessun dipendente in mezzo alla strada. Crediamo tuttavia che l’azienda abbia la responsabilità di collaborare per trovare le soluzioni e le istituzioni regionali e istituzionali debbano supportarci".

Un percorso di salvataggio che viaggia su due binari: reindustrializzazione e ammortizzatori necessari all’occupazione. Intanto, dopo questa apertura da parte di Cnh Industrial, in attesa dell’incontro convocato in Regione, le assemblee dei lavoratori hanno accettato di sospendere scioperi e presidi davanti ai cancelli che nel mese di dicembre, secondo l’azienda, avevano avuto conseguenze negative sulla produzione. "All’inizio di febbraio illustreremo anche un piano B elaborato dai sindacati per salvare uno stabilimento che non è in crisi e dove ci sono grandi professionalità - conclude Turi - crediamo che il sito, con numeri su produzione, costi e dipendenti, possa continuare la sua attività".