Guerra in Ucraina, forti esplosioni in centro a Kiev. Gli Usa a Pechino: no aiuti a Mosca

Mentre l'offensiva militare non si ferma, le diplomazie si stanno muovendo a tutti i livelli. Bennett parla con Putin e Zelensky

Guerra in Ucraina

Guerra in Ucraina

Alla vigilia del ventesimo giorno di guerra in Ucraina, le strade delle armi e della diplomazia continuano a viaggiare parallele, senza toccarsi mai, al momento. Da un lato le bombe e le vittime, dall'altro i summit. L'ultima notizia di giornata è l'intenzione di Macron di avere un nuovo colloquio con Putin, nelle prossime ore, mentre a Roma si è tenuto un lungo colloquio a Roma tra il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan e il responsabile della politica estera del partito comunista cinese Yang Jiechi. Oggi, infine, dovrebbero riprendere i negoziati in videoconferenza tra Russia e Ucraina, interrotti ieri dopo ore di discussione.  

L'offensiva militare 

L'offensiva militare di Mosca non si è fermata. Kiev è sempre più sotto attacco: in una notte di raid sono stati colpiti diversi obiettivi, sia civili che strategici. Nel mirino è finito un condominio di 9 piani nel distretto di Oblon, nella zona nordoccidentale, provocando almeno due morti e tre feriti. Decine di residenti sono stati salvati dall'incendio seguito al bombardamento. E ancora 10 km dalla capitale, nel sobborgo di Sviatoshyn, è stata invece colpita la fabbrica di aeromobili Antonov. Un accerchiamento sempre più preoccupante, come testimoniato dall'annuncio delle autorità ucraine di aver accumulato generi alimentari essenziali per un minimo di due settimane per i due milioni di abitanti rimasti. Dalla Bielorussia una nuova colonna di blindati ed equipaggiamenti militari muove verso l'Ucraina. Nel pomeriggio di ieri le forze russe hanno anche fatto saltare in aria delle munizioni vicino all'Unità G1 della centrale nucleare di Zaporizhzhya, la più grande d'Europa, già sotto il loro controllo.

Fonti del Pentagono tuttavia riferiscono che l'avanzata russa sia in realtà in stallo dappertutto e sembra che Mosca abbia chiesto a Pechino non solo armamenti da impiegare in Ucraina ma anche razioni alimentari, dal momento che gli intoppi logistici avrebbero costretto i soldati russi a saccheggiare i supermercati in cerca di beni di prima necessità.  Lo hanno riferito due fonti ben informate alla Cnn. Secondo una delle fonti, Pechino potrebbe acconsentire in quanto la fornitura di razioni militari, a differenza della consegna di armi, non dovrebbe suscitare reazioni troppo severe in Occidente.  

Le vittime

Secondo l'Onu, i civili uccisi sono almeno 636, tra cui 46 bambini, mentre altri 1.125 risultano feriti. I bilanci ucraini sono ancora più drammatici, con 90 bimbi morti e oltre 100 feriti. Dopo il raid di ieri sulla base di Yavoriv vicino al confine polacco, in cui secondo Mosca sono stati "eliminati" numerosi mercenari stranieri, la Difesa russa è tornata a minacciare i combattenti volontari giunti in Ucraina dall'estero. "L'esercito russo conosce la localizzazione dei mercenari stranieri in Ucraina e condurrà raid chirurgici contro di loro", è il nuovo avvertimento.

La diplomazia al lavoro  

L'attività diplomatica, a tutti i livelli, è stata fittissima anche ieri. Ieri sono iniziati in videoconferenza nuovi negoziati, il quarto round, tra Russa e Ucraina, poi messi in "pausa tecnica" fino a oggi dopo ore di discussione. Ma prima dello stop improvviso c'erano stati piccoli spiragli: 'Invece di darci un ultimatum o di chiedere all'Ucraina di arrendersi, sembra ora che vogliano iniziare negoziati costruttivi'', aveva dichiarato Ihor Zhovkva, numero due dell'ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Oggi, tra i due protagonisti diretti, si riprende da qui. E al di là delle dichiarazioni ufficiali, si sono infittite negli ultimi giorni le voci secondo le quali Kiev sarebbe pronta a fare importanti concessioni sui punti cruciali delle trattative: la sua neutralità e il futuro della Crimea e del Donbass.

Ma le cancellerie di tutto il mondo sono in fibrillazione: Macron intende avere un nuovo colloquio con Putin a breve. Lo stesso presidente russo ha avuto un vertice telefonico con il primo ministro israeliano Naftali Bennett, seguito poche ore dopo dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, accreditando così ancor di più Israele come potenziale tramite. Il premier israeliano, ritenuto in questo momento il principale candidato a svolgere un'efficace opera di mediazione, ha parlato al telefono con Putin per un'ora e mezzo - interrompendo una riunione di governo - per affrontare il tema di un possibile cessate il fuoco.

A Roma il consigliere per la Sicurezza nazionale americano Jake Sullivan è stato impegnato per tutta la giornata in un serrato confronto con il cinese Yang Jiechi, capo della diplomazia del partito comunista di Pechino. Sul piatto, tra le altre cose, il timore che Pechino fornisca aiuto militare a Mosca. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz è volato ad Ankara per incontrare il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il cui Paese sta cercando di aiutare il dialogo tra Mosca e Kiev.

I corridoi umanitari 

Per la prima volta le forze russe hanno aperto corridoi umanitari a Mariupol, la città portuale strategica sul mar d'Azov, alle porte del Donbass, finora stretta da un assedio senza scampo, con 2.560 civili uccisi, secondo il vicesindaco Serghei Orlov. A Mariupol sono intanto riuscite le prime evacuazioni, con oltre 160 auto private che hanno potuto lasciare la città - dove da giorni acqua corrente, elettricità e riscaldamento arrivano con il contagocce - lungo un corridoio umanitario in direzione di Zaporozhzhya. Ma nell'altro senso di marcia, i russi hanno invece bloccato un convoglio umanitario per la seconda volta in 24 ore. Complessivamente, Mosca ha annunciato l'apertura di corridoi umanitari nelle regioni di Kiev, Lugansk, Chernihiv, Sumy e Kharkiv.

Alla luce dell’intensificarsi delle violenze e della conseguente emergenza umanitaria in Ucraina, le testate del Gruppo Monrif (Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno) hanno deciso di lanciare una raccolta fondi per rispondere alle enormi necessità della popolazione ucraina. 

PER DONARE PER L’EMERGENZA UCRAINA TRAMITE BONIFICO

Intestatario: Editoriale Nazionale

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Causale: UN AIUTO PER L’UCRAINA