Guerra in Ucraina: cosa succederà adesso? Occhi puntati su Kiev: "Può cadere in poche ore"

Nella notte i cittadini hanno affollato stazioni della metropolitana e rifugi sotterranei per sfuggire ai bombardamenti. Mariupol prova a resistere. L'Occidente: "Sanzioni"

Oltre 160 missili lanciati da Mosca. Centinaia di bombe piovute su Kiev, Mariupol, Donetsk e dedine di altre città ucraine. Un bilancio provvisorio di 57 vittime e 167 feriti, ma la sensazione è che le cifre possano essere molto più consistenti. Sono questi i terrificanti numeri della prima giornata di guerra in Ucraina, dopo l'attacco lanciato nella notte dalle forze russe, seguito al via libera del presidente Vladimir Putin. E oggi, venerdì 25 febbraio, cosa succederà? Se lo chiede l'Europa, con il fiato sospeso dopo il brusco risveglio di ieri mattina, con la guerra "in casa" dopo decenni. Se lo chiedono gli ucraini, che si sono rifugiati anche nella metropolitana di Kiev e nei sotterranei delle scuole per cercare di sfuggire ai bombardamenti. Se lo chiedono anche i russi, molto probabilmente rimasti spiazzati della violenza dell'attacco comandato dallo "zar". Quelli che sono scesi in strada per protestare contro il conflitto (1.705 arresti in 54 città secondo l'organizzazione Ovd-Info), ma anche i tanti cittadini comuni intimoriti dalle possibili ricadute dell'escalation.

La sensazione è che si sia solo all'inizio. E che, almeno per il momento, le sanzioni approvate dagli Stati Uniti ("devastanti", secondo il presidente Joe Biden) e quelle che oggi riceveranno l'ok dal Consiglio degli affari esteri, non convinceranno Putin a bloccare attacchi e bombardamenti. E nemmeno riusciranno nell'impresa gli appelli alla ragione e all'immediato cessate il fuoco che sono stati rivolti alla Russia da più parti. Buon "ultimo" Emmanuel Macron, il presidente francese, che ha avuto un colloquio telefonico con Putin. Nella telefonata sulla linea Mosca-Parigi il leader russo avrebbe spiegato al collega dell'Eliseo i motivi che l'hanno spinto all'invasione mentre il numero uno di En Marche, di rimando, gli avrebbe chiesto di "interrompere subito i raid".

E mentre il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov, nel fare un bilancio della prima giornata di combattiementi, annuncia che la Russia starebbe preparando una "nuova ondata di attacchi", compreso un assalto per via aerea, gli occhi sono puntati su Kiev. In pochi credevano che le truppe russe sarebbero giunte a minacciare una città di quasi tre milioni di abitanti. E invece è bastato il primo giorno di battaglia per portare la capitale sull'orlo della caduta, tanto che alcuni analisti sono convinti che la principale città dell'Ucraina cadrà "nelle prossime ore". Ieri era già finita in mano russa un'altra località altamente simbolica, il sito dove si trova la centrale nucleare dismessa di Chernobyl, preso dopo ore di violenti combattimenti. Con il timore che possano essere stati danneggiati i magazzini di stoccaggio delle scorie tossiche, eredità del terribile incidente del 1986.

L'Ucraina sul precipizio

Nel primo giorno di conflitto le bombe iniziano a cadere alle 5 del mattino. L'Ucraina non fa in tempo a risvegliarsi, che è già sull'orlo della tragedia. E nel corso delle ore la situazione non fa che peggiorare. Tanto che in serata l'Ucraina pare sull'orlo della capitolazione: porti e aeroporti sono chiusi, a Kiev le sirene d'allarme suonano a più riprese, le metropolitana funge ormai da bunker antiaereo. La minaccia sulla capitale è drammatica: con la notte cala il coprifuoco, gli appelli a cercare rifugi sicuri assumono toni sempre più allarmati. La grande fuga dei residenti era già iniziata all'alba, con ingorghi chilometrici verso ovest. "Tutti gli Stati frontalieri hanno dei piani per accogliere immediatamente i rifugiati dell'Ucraina" ha rassicurato la presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen.

La Russia mostra i muscoli

Per l'esercito di Putin - che secondo Joe Biden punterebbe a ricostruire l'Unione Sovietica - il primo giorno dell'attacco è stato "un successo". Mosca afferma di aver distrutto 83 obiettivi militari, incluse 11 piste d'atterraggio, una base navale e tre centri di comando. Forti esplosioni e scontri si susseguono a Odessa, Kharvik, Mariupol, Leopoli e Kiev. Missili piovono anche dalla Bielorussia, dove però il presidente Alexander Lukashenko giura che al momento le sue truppe non partecipano all'invasione. E dalle autoproclamate repubbliche separatiste del Donbass di Lugansk e Donetsk, da cui tutto è partito, i miliziani sfondano verso Mariupol.

Resta da capire come il Paese (e le sue gerarchie economiche) accoglierà un impegno tanto violento sul fronte bellico, soprattutto se il pacchetto di sanzioni dovesse fare centro (i dubbi ci sono, anche perché le forze Nato non sembrano essere del tutto d'accordo su diverse misure, in primis la possibilità di espellere la Russia dallo Swift, caldeggiata da Usa e Gran Bretagna e vista con sospetto dall'Unione Europea, i cui Paesi rischierebbero di pagare uno scotto pesante a una mossa del genere).

I numeri dell'attacco

Le vittime si contano a decine, tra civili e militari. Secondo Kiev, sono almeno 57. Il comando militare denuncia anche il bombardamento di un ospedale nella regione di Donetsk, con almeno 4 vittime e 10 feriti, tra cui 6 medici. Oltre 200 attacchi in dodici ore disseminati in tutto il Paese, più di cento missili sparati secondo il Pentagono. L'esercito ucraino rivendica l'abbattimento di alcuni aerei ed elicotteri nemici e l'uccisione di "50 occupanti", ma la sproporzione di forze appare drammatica.

Truppe no, sanzioni sì

Non facendo parte l'Ucraina della Nato le truppe dell'alleanza non interverranno contro la Russia. Ci si affida, quindi, alle sanzioni. Già annunciate da Usa, Gran Bretagna e Unione Europea. Gli Stati Uniti, fra l'altro, imporranno restrizioni ai prestiti sul mercato americano per 13 imprese russe, fra le quali la Sberbank (primo istituto di credito russo) e Gazprom e opereranno un giro di vite sull'export, dimezzando l'invio di materiale tecnologico a Mosca. Oggi il Consiglio affari esteri dell'Unione Europea a Bruxelles darà invece l'ok ai "suoi" provvedimenti per punire l'attacco russo. Al vertice nella capitale belga parteciperà il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio.

Notte di paura

E mentre nelle metropolitane e nei rifugi sotterranei di Kiev, Kharkiv, Donetsk, Mariupol ci si attrezza a passare una notte insonne nel timore di nuovi bombardamenti, il mondo va a dormire con le notizie riportate dall'intelligence sulle ultime evoluzioni del conflitto. Lo spazio aereo ucraino sarebbe completamente sotto il controllo russo, le truppe del Cremlino starebbero marciando su Kiev - sono segnalate nei sobborghi - con l'obiettivo di prenderla, Mariupol starebbe provando a resistere. Secondo l'esercito ucraino l'obiettivo sarebbe bloccare Kiev e creare un corridoio terrestre verso la penisola della Crimea, annessa dalla Russia nel 2014. Scenari terribili, da qualunque parte si guardino.