Giampaolo deve già rifare tutto: "Non è il Milan che avevo in testa"

Diavolo ko a Udine senza mai tirare in porta, il tecnico: "Modulo sbagliato"

Franck Kessie (Newpress)

Franck Kessie (Newpress)

Milano, 26 agosto 2019 - Il primo Milan di Giampaolo in campionato arriva all’appuntamento di Udine portandosi dietro i dubbi nati nelle amichevoli estive. L’attacco sterile, tanti giocatori in cerca di feeling con le nuove disposizioni, pur nel confortante riscontro di una fase difensiva che regge il colpo per gran parte della partita. Manca la giusta reattività, però, nel momento in cui Rodrigo Becao svetta su tutti e punisce Donnarumma per l’1-0 finale a favore degli uomini di Tudor, in una gara a cui al portiere ospite è richiesto un solo grande intervento su Lasagna, di lì a poco. La vera nota dolente è che trovarne di Musso, sul lato opposto, è una fatica d’Ercole. Nemmeno quando Giampaolo inserisce Leao e Bennacer, avanzando il raggio d’azione di Kessié, il Milan riesce a rendersi pericoloso.

«Faccio riflessioni sulla partita e sul fatto che Suso, Castillejo e Piatek abbiano o meno le capacità per fare quel che chiedo - dice il tecnico rossonero a fine partita -. La mia idea è diversa da quella della squadra che ho visto oggi. Le soluzioni offensive non mi piacciono, siamo sterili. Il possesso palla deve avere uno sviluppo offensivo migliore e io devo mettere i giocatori nelle condizioni di rendere al meglio. Dalla prossima un 4-3-3? Bisognerà lavorarci». L’alibi da concedere, a cui potranno rifarsi molte squadre dopo il turbinio di cambi in panchina rispetto allo scorso torneo, è che passare da Gattuso a Giampaolo non è un processo semplice. Dalla punta bassa a quella alta del rombo di centrocampo, tre giocatori su quattro ricoprono un ruolo nuovo. L’unico già “rodato” è Paquetà, che pure fatica a oscillare nel modo corretto tra la linea laterale e gli inserimenti centrali. Ce n’è un secondo, di possibile alibi, ed è un rigore non concesso per un mani in area di Samir che Pasqua ritiene di non dover sanzionare e lo stesso vale per il Var. «Per le nuove disposizioni poteva anche essere dato, ma penso ancora che su queste situazioni la decisione debba essere a discrezione dell’arbitro», la valutazione dell’allenatore del Diavolo.

Per mettere mano alla rosa ci sarebbe ancora una settimana. Ieri André Silva non ha messo piede in campo, è lui l’indiziato numero uno per un addio oggi difficile da concretizzare (mancano le offerte). Massara, nel pre-partita, ha provato a smorzare la questione: «Il fatto che il nostro mercato sia legato alla cessione di André Silva è una suggestione alimentata fortemente dalla stampa, noi vogliamo fare acquisti funzionali e siamo contenti dei giocatori che abbiamo». Resta il lusitano, però, la carta per fare cassa e potersi tuffare su Angel Correa. 

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