Addio Leonardo? Sarà ancora il suo Milan

La nuova rosa partirà da Caldara, Paquetà e Piatek, tutti arrivati grazie al brasiliano

Leonardo  parla del futuro mercato del Milan

Leonardo parla del futuro mercato del Milan

Milano, 24 maggio 2019 - Ripartire da quelle fondamenta create, paradossalmente, da chi se ne va sbattendo la porta. Il Milan e il suo contraddittorio, quello di un direttore dell’area tecnica che ha deciso di abdicare ma che lascia in eredità le basi dalle quali far ripartire il progetto. La storia d’amore tra Leonardo e il Diavolo s’interrompe. Di nuovo, verrebbe da dire, visto che già nove anni fa il brasiliano lasciò la panchina rossonera per andarsi a sedere, qualche mese dopo, su quella dei cugini nerazzurri dell’Inter. Ma quella era un’altra storia e un altro Milan. Ora le cose sono diverse, come diversi sono i motivi che hanno spinto l’ex ds del Psg a dire basta: le incomprensioni con Gazidis (che ieri ha avuto un incontro a Nyon con l’Uefa per cercare un accordo riguardo alle eventuali sanzioni per il mancato rispetto del Fair Play Finanziario) e il dover dipendere in via pressoché totale dal dirigente sudafricano hanno portato Leonardo a voler lasciare il Milan. Dopo una sola stagione, vissuta oltretutto a ritmi molto elevati.

Il progetto del Diavolo ripartirà, paradossalmente, proprio da quei giocatori che lo stesso direttore sudamericano ha portato in dote in stagione: Caldara, Piatek e Paquetà. Saranno loro tre, infatti, i pilastri sui quali la prossima stagione si cercherà di ricostruire sicuramente una squadra vincente e affamata di risultati. Atleti che rispecchiano in pieno quelli che sono i diktat imposti dalla nuova dirigenza: investire su atleti giovani, di prospettiva e potenzialmente rivendibili. Di Caldara si può dire di tutto, tranne che non abbia le caratteristiche per diventare un asset del Milan di Elliott: è giovane, ha ampi margini in prospettiva e una stagione alle spalle tremenda, che lo spronerà a cercare il meglio nella prossima. Per lui, finora, due sole presenze (a settembre in Europea League contro il Dudelange e ad aprile in Coppa Italia contro la Lazio), 12 panchine, una lacerazione parziale del tendine d’Achille, risentimenti muscolari vari e la rottura del legamento crociato sul finire di stagione. Di Piatek e Paquetà, invece, si è scritto e detto molto e di certo anche loro sono sicuri di una riconferma con la maglia rossonera. Non fosse altro per il fatto che sono arrivati a gennaio e che hanno ampiamente dimostrato di poter reggere l’urto di una maglia così pesante: 17 presenze, un gol e tre assist per il brasiliano, 20 presenze e 11 reti per il polacco.

Tre giocatori che, al netto di qualche inevitabile inciampo della scorsa estate dovuto al poco tempo avuto a disposizione (Leonardo si è insediato ufficialmente solo il 25 luglio), riabilitano la figura dell’attuale direttore dell’area tecnica. Che avrà anche deciso di smettere i suoi panni, ma che lascia al Milan tre tesori di inestimabile valore, oltre a qualche inevitabile passaggio a vuoto (vedi Castillejo e Laxalt). In questo dualismo dell’irrazionalità (ripartire da giocatori lasciati da chi, deluso, prende e se ne va) rimane da chiedersi inevitabilmente se non si sarebbe potuto trovare un modo per far convivere Leonardo e Gazidis

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