Derby Inter-Milan, Gattuso punta su Higuain

Obiettivo: salire a -1 e tentare il sorpasso contro il Genoa

Gonzalo Higuain (Lapresse)

Gonzalo Higuain (Lapresse)

Milano, 21 ottobre 2018 - Solo l’Italvolley femminile, per pochi minuti, riesce ad allentare la tensione pre-derby di Gattuso. Il tecnico arriva in conferenza stampa proprio nei minuti in cui si va frantumando il sogno delle azzurre e ci rimane male. «Abbiamo perso, mai una gioia mi date», dice Ringhio quando i gli comunicano l’esito del match. Meglio dunque pensare alla sfida di stasera, ad una stracittadina da vincere per sè (sarebbe la prima in campionato), per la squadra (c’è la possibilità di scavalcare la Roma e avvicinare i nerazzurri in attesa del recupero col Genoa) e per i tifosi, tornati a sognare dopo anni di digiuno.

Chi conosce bene Gattuso assicura che le lunghissime due settimane di attesa hanno caricato l’allenatore. Il quale, senza esagerare («non ripeto l’errore commesso in passato quando misi troppa pressione»), ha comunque riversato entusiasmo e ottimismo sul gruppo, forte anche dei precedenti: due soli derby in panchina, una vittoria (in Coppa Italia), un pareggio (nel ritorno dello scorso campionato) e la porta inviolata. Ma la gara di stasera è un’altra storia. Gattuso, che prende Spalletti come modello da seguire («Lui è un punto di riferimento per me, io di strada ne ho da fare...») chiede ai suoi una prova di coraggio. E quindi affrontare l’avversario con rispetto ma senza timore: «Guai a ripetere l’errore dello scorso campionato quando abbiamo avuto paura e ci venne il braccino. Fummo molto fortunati a pareggiare quella partita - ammette l’allenatore -, perché loro avrebbero meritato di vincere». A sentire gli osservatori neutrali l’Inter è più forte ma il Milan gioca meglio. Gattuso concorda e spiega: «Vero, affrontiamo una squadra che abbina qualità e fisicità, perché devi essere forte per avere 6 punti in Champions dopo due partite. Noi forse pecchiamo in fisicità, perciò non dobbiamo affrontarli con le stesse loro armi. Credo invece che il Milan abbia qualcosa in più dal punto di vista tecnico».

Lo dice convinto Ringhio, e poco importa se Silvio Berlusconi apprezza poco la... bontà del gioco rossonero. «Ma secondo voi posso convincere Berlusconi? Per me non c’è nulla di nuovo. Adesso è da due mesi che non lo sento. Ma per 5-6 mesi ogni settimana mi ripeteva che avrei dovuto giocare a due punte. Può dire tutto quello che vuole. Io gli ho dato le mie spiegazioni». Pausa. Sorriso. «E comunque secondo me non è vero che non gli piace questo Milan». Si torna a parlare di derby, di giorni passati fra mille pensieri («Sento dire che chi perde ne esce con le ossa rotte, ma non è vero. Sono solo tre punti, siamo solo alla nona giornata») e tanto sudore («La cosa più bella è aver visto il modo in cui si sono allenati i miei giocatori. Vedo la consapevolezza che si sentono più forti») perché «ha ragione Suso quando dice che queste partite si preparano da sole. Bisogna essere bravi a non sentirle troppo. Per questo mi sono sforzato di creare un ambiente tranquillo».

Gattuso assicura che Caldara è sulla strada giusta, non scioglie il dubbio Abate-Calabria per il ruolo di terzino destro, tiene parzialmente aperte le porte a Montolivo («fa parte del gruppo») e non parla di Paquetà «perché adesso ci sono altri giocatori come Bonaventura e Calhanoglu, soprattutto quest’ultimo cui dobbiamo stare molto vicino». Ma non vuol sentir parlare di Milan Higuain-dipendente: «Mi affiderò al collettivo. Perché Gonzalo da solo non segna se non fa comeWeah contro il Verona quando dribblò 10 giocatori»

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