Covid, strategia lombarda anti-varianti: vaccinare e sequenziare tutti i tamponi positivi

La possibilità di spostare il richiamo sarà sul portale dal 25 giugno, "ma non se ne abusi"

La somministrazione dei vaccini in Fiera (Foto Lombardia Notizie)

La somministrazione dei vaccini in Fiera (Foto Lombardia Notizie)

Milano - Da venerdì 25 giugno si potrà spostare il richiamo dell’antiCovid fissato automaticamente al momento della vaccinazione attraverso il portale di Poste: cambiare data, ora e anche centro vaccinale, un’unica volta, almeno sette giorni prima dell’appuntamento (dunque si parte coi richiami fissati dal 2 luglio in poi) purché la nuova scelta non sfori gli intervalli stabiliti dalle autorità sanitarie per le seconde dosi, oltre che le disponibilità dei centri vaccinali. Non ci sono criteri rigidi ma il coordinatore della campagna lombarda Guido Bertolaso fa appello "al buon senso dei cittadini, fatelo in via del tutto eccezionale e per reale necessità, non per una gita al lago perché se si abusa di questa possibilità si rischia di creare problemi sulle agende".  Quanto ai richiami in vacanza, rispondendo in diretta Facebook alle domande dei lombardi Bertolaso precisa che dipendono dalla Regione di villeggiatura; per chi viene in Lombardia "e presenta documentazione adeguata siamo disponibili a prendere in esame la possibilità, ma senza andare contro le indicazioni impartite a livello governativo".

Intanto la Lombardia punta a diventare "la prima regione a sequenziare tutti i tamponi positivi", spiega la vicepresidente al Welfare Letizia Moratti: "Oggi abbiamo 15 laboratori attivi, ne abbiamo autorizzati altri tre e 12 sono in fase di autorizzazione" per portare la caccia alle varianti dall’attuale 25% al 100% dei nuovi contagi, che ieri sono stati 114. Vaccinare e sequenziare sono le strategie della Regione per difendere dalle varianti questi numeri da zona bianca (incidenza settimanale di 15,6 nuovi casi per 100mila abitanti, Rt a 0.67, ricoveri per Covid all’8,2% dei letti di area medica e al 7,1% nelle terapie intensive), dei quali il governatore Attilio Fontana e la vice Moratti ringraziano l’intera macchina, dal vertice ai vaccinatori alla protezione civile, "e i nostri cittadini, che nonostante notizie a volte confuse - dice il presidente - accettano il vaccino che viene loro proposto senza sollevare grossi problemi".

La svolta governativa della settimana scorsa, con lo stop assoluto ad AstraZeneca e J&J per gli under 60, sinora sulla campagna lombarda ha avuto "un impatto non devastante", spiega Bertolaso: tra domenica e lunedì, con i timori degli over 60 a farsi iniettare di nuovo il vaccino di Oxford, il totale quotidiano delle persone che nei centri vaccinali hanno rifiutato il richiamo è salito a 60 e a 120 contro la media di 11 al giorno, "su alcune decine di migliaia di richiami"; giovedì, al debutto dei richiami misti, con un vaccino a mRna, per gli under 60 che avevano avuto AstraZeneca , hanno rifiutato la seconda dose in tutta la Lombardia 57 persone, ma su 50mila richiami totali, e anche i “no-show” (chi per qualsiasi ragione non si presenta all’appuntamento, con la prima dose o con la seconda) tra lunedì e giovedì sono stati circa undicimila su 400mila prenotazioni, con un tasso del 2,75% che non si discosta dal fisiologico 2%.

La Regione confida di recuperare i rallentamenti dovuti al cambio in corsa, grazie a 100mila dosi extra di vaccini a mRna promesse dal generale Figliuolo che dimezzano almeno la necessità di far slittare richiami di Moderna dagli 80 mila preventivati a "40-30 mila se va male", dice Bertolaso, o anche "20-10 mila". Sinora in Lombardia, sottolinea Fontana, sono state iniettate 7,7 milioni di dosi di antiCovid, di cui 5,5 negli ultimi due mesi di campagna massiva; lunedì si arriverà a 8 milioni e "intorno al 10 luglio" a dieci, inclusi i richiami. Il ritmo quotidiano supera le 100mila iniezioni al giorno, la copertura con una dose è sopra la media italiana soprattutto tra gli over 50; dei nove milioni di lombardi vaccinabili più di uno su quattro (il 25,6%) ha completato l’immunizzazione e quasi uno su tre (32,8%) è in attesa di richiamo. 

La vicepresidente Moratti confida che "saremo la prima regione a raggiungere l’immunità di comunità", "entro la prima decade di luglio" almeno in promessa, dato che le prenotazioni di vaccini, a ieri 6.720.333, al ritmo attuale di quasi 15.500 quotidiane dovrebbero raggiungere i 7 milioni (il 70% dei lombardi) in meno di venti giorni. Bertolaso stima che all’8 agosto il 74,6% dei vaccinabili avrà avuto la prima dose e il 69,4% anche la seconda; aggiungendo al denominatore il milione di non vaccinabili in quanto under 12 la copertura, richiami inclusi, sarà del 62% per allora e del 67% a fine mese, "ma bisogna considerare anche l’8,4% dei lombardi che ha avuto il coronavirus diagnosticato da un tampone" e dunque "sicuramente l’immunità reale", cioè il momento in cui "il 70% di chi vive in Lombardia avrà un numero sufficiente di anticorpi, sarà sicuramente raggiunta a cavallo tra luglio e agosto". La campagna massiva, aggiunge, si chiuderà con gli ultimi richiami nel mese di settembre, ma la Regione, sottolinea Moratti, ha già il piano per un’eventuale campagna d’autunno, nel caso fossero necessarie “terze dosi”; basata non più sui grandi hub ma su "piccoli centri vaccinali, medici di base, aziende e farmacie, anche per ridurre la pressione sugli ospedali".