Milano, 26 settembre 2013 - Duplice esecuzione a colpi di pistola in via Muratori. Sono stati individuati e fermati i presunti autori dell'omicidio avvenuto il 10 settembre 2012. A comunicarlo è la Polizia di Stato. Si tratta di due italiani, pluripregiudicati di origini calabresi, Mario Mafodda, di 54 anni, e Carmine Alvaro, di 41 anni. I due sono accusati di aver freddato a colpi di pistola Massimiliano Spelta, di 43 anni e la sua compagna Carolina Ortiz Paiano, dominicana di 21, raggiunta da un proiettile mentre scappava con in braccio la figlia di due anni, rimasta illesa. Un'esecuzione maturata nell'ambito del traffico di droga. Stando a quanto emerso marito e moglie sarebbero stati uccisi perché i due killer non volevano pagare 40 mila euro, il costo per un chilo e mezzo di cocaina che i coniugi avevano procurato. Gli era stata contestata la qualità, e a fronte delle loro insistenti richieste di saldo Mafodda e Alvaro, che gestivano il traffico, li hanno uccisi. 

L'IDENTIKIT DEI KILLER - Maffodda, di origini calabresi ma residente da tempo in Liguria, ha una lunga storia criminale alle spalle, con condanne pari a 25 anni per reati che vanno dalla rapina, al sequestro di persona, fino all'associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di cocaina. L'uomo ha reso piena confessione e nel suo appartamento gli investigatori hanno trovato 27 chilogrammi di cocaina. Alvaro, originario di Sinopoli, un comune della Piana di Gioia Tauro, era già agli arresti domiciliari per una rapina commessa a Tortona. Gli arresti dovranno ora essere convalidati dal Gip Maria Cristina Mannocci entro le prossime 48 ore.

FREDDATI IN PIENO CENTRO - L'omicidio scosse la città, per la zona scelta e l'orario dell'esecuzione: marito e moglie (le foto della coppia)erano stati assassinati intorno alle 20, in quartiere, quello di Porta Romana, molto frequentato e ricco di locali. I due killer si erano avvicinati alla coppia a bordo di un grosso scooter e hanno sparato 5 p 6 colpi di revolver a Spelta e alla moglie (le foto del luogo della sparatoria). 

LE PISTE - Sin dalle prime ore era emersa la "pista italiana". Alcuni testimoni avevano riferito, dopo il duplice omicidio, di alcune frasi in italiano pronunciate nel corso della sparatoria. Anche il mondo della droga era da subito entrato in scena per spiegare il movente dell'assassinio: a casa della coppia, un loft in zona Mecenate, gli investigatori avevano trovato 47 grammi di cocaina. Particolare, aggiunto al fatto che l'azienda di Spelta non andava bene dopo la morte del padre di lui, avevano portato gli investigatori a pensare che l'imprenditore e la moglie fossero finiti in un giro criminale. 

"UN SMS INSOPPORTABILE" - E' stato un sms che gli hanno inviato le vittime a far maturare il proposito omicida di Mafodda. Nel messaggino, i coniugi reclamavano i 40mila euro pattuiti per un chilo di cocaina che avevano fatto arrivare dal Sud America a Mafodda e a Carmine Alvaro. "E' stato insopportabile ricevere quell'sms", ha affermato davanti al pm Elio Ramondini durante la confessione durata sei ore, iniziata ieri pomeriggio.

Durante la confessione, Mafodda, assistito dall'avvocato d'ufficio Sarah Montagnier, ha mantenuto un atteggiamento freddo, non mostrando nessun segno di pentimento, né alcun cedimento emotivo. Mafodda, residente a Monza da circa un anno in un appartamento in affitto insieme a due colombiani, ha raccontato ai pm una dinamica dell'omicidio compatibile con quella già ricostruita, prima della sua confessione, dagli inquirenti, grazie all'aiuto delle telecamere che hanno 'filmato' il crimine. Domani pomeriggio Mafodda e Alvaro saranno interrogati in carcere dal gip Maria Cristina Mannocci.