Milano, 4 luglio 2013 - E' stato identificato l'autore del lancio in paracadute avvenuto stamani alle 6.48 dal Duomo di Milano. Si tratta di Maurizio Di Palma, di 34 anni, residente in provincia di Trento (LEGGI LA SCHEDA DI MAURIZIO DI PALMA)un uomo incensurato dedito a iniziative estreme. (GUARDA LE IMMAGINI DEI LANCI DELL'ESPERTO BASE JUMPER)

 

"UNA BRAVATA, SONO PENTITO" - Agli agenti, l'uomo ha ammesso di aver fatto "una bravata di cui si è già pentito", spiegando di essere entrato nella cattedrale ieri pomeriggio e di essesi nascosto in un'intercapedine tra le guglie dove ha passato la notte, sfuggendo ai controlli effettuati prima della chiusura. Questa mattina si è svegliato e si è lanciato nel vuoto dal lato di corso Vittorio Emanuele, atterrando proprio al centro della piazza dove aveva con perizia direzionato la stretta 'vela' rettangolare che poi ha abbandonato prima di dileguarsi in metropolitana.

 

I TRE GIOVANI CON LE TELECAMERE - Al trentaquattrenne gli investigatori della polizia sono giunti dopo aver sentito a lungo i 3 giovani (2 donne e 1 uomo) che stamani erano stati bloccati subito dopo il salto e le riprese della scena. I 3 avevano negato di conoscere il paracadutista ma poi messi alle strette hanno ammesso di fare parte del suo gruppo dedito ad azioni agonistiche estreme come il base-jumping. Sia l'autore sia i suoi amici sono incensurati e non appartengono a nessun gruppo legato a tematiche estremistiche, sono solo accomunati dalla passione per le esperienze pericolose e scenografiche.

Il loro fine era solo quello di mettere tutta la scena su internet. I tre ragazzi in piazza Duomo avevano macchine fotografiche e telecamere: inizialmente avevano negato di conoscere il paracadutista. I loro filmati e le loro foto erano subito state messe al vaglio della Scientifica, così come la telecamera che era sul caschetto del paracadutista: tutto il materiale è stato sequestrato. Anche un testimone, un commerciante di souvenir, aveva detto di aver visto alcuni ragazzi che facevano riprese.

 

LA DENUNCIA E IL REATO - Si è quindi trattato di un'impresa a sfondo goliardico, dato che all'apparenza non ci sono state finalita' politiche o pubblicitarie, oppure nata da una scommessa. Anche secondo un'esperto, sentito in mattinata,  "è follia, solo per farsi filmare". Nonostante ciò, ora l'autore della bravata, che ha confermato di non aver alcuna finalita' politica o pubblicitaria, verrà denunciato all'autorita giudiziaria che decidera' in base a quale reato procedere tra il procurato allarme, la violazione di domicilio e il getto pericoloso di cose.