Milano, 4 luglio 2013 - Resta un giallo il gesto del giovane che questa mattina a MIlano si è lanciato con il paracadute dalle guglie del Duomo.

Sulla 'vela' usata, c'e' scritto 'Turbolenza', il nome appartiene a un gruppo di paracadutisti con base a Fano (Pesaro e Urbino), che però si dicono estranei alla vicenda. Daniele Fraternali, presidente del team, giura che il misterioso uomo non sa proprio chi sia. Da patron - 'presidente, mente e direttore' recita il sito - dell'associazione di Montefiore Conca (Rimini) che promuove il paracadutismo e il parapendio, Fraternali racconta di avere sentito le proposte più assurde da alcuni dei 600 iscritti, ma di saper distinguere quelle divertenti da quelle troppo pericolose e, soprattutto, illegali.

"Nei 13 anni di esistenza dell'associazione ho venduto circa sessanta vele con il nostro logo (due omini stilizzati in volo acrobatico), ma non posso sapere a chi gli associati le hanno rivendute o regalate. Quindi potrebbe essere uno qualunque dei 'miei' 600, ma anche un perfetto estraneo. Sarei curioso anch'io di conoscerlo". Fraternali e' convinto che il 'colpevole' non tardera' a venire fuori, anche solo per vanita'.

"E' impossibile che non ci sia un video di un'impresa del genere" dice "non e' paracadutismo, ma 'base jumping', ossia il salto da un punto fisso. Il genere di cosa che si fa proprio per farsi filmare. Io non l'ho mai fatto perche' e' troppo pericoloso, ma di gente che propone cose assurde ce n'e' tanta. Alcune le appoggiamo, altre - come quella di stamattina - no perche' non sono neppure legali. Come show sarebbero anche belli, ma sono vietati".