Il caso procioni sull'Adda finisce a Bruxelles

Interrogazione presentata alla Commissione Europea dalla grillina Eleonora Evi per fare chiarezza sul metodo

Personale addetto alla cattura con alcuni esemplari messi in gabbia sull’Adda

Personale addetto alla cattura con alcuni esemplari messi in gabbia sull’Adda

Cassano d'Adda (Milano), 14 novembre 2019 - Dopo il servizio pubblicato sulle pagine de Il Giorno, che ha portato la questione all’attenzione dell’opinione pubblica, il progetto di “eradicazione” degli orsetti lavatori del Parco dell’Adda Nord, che è in corso ormai da tre anni e che prevede la sopressione degli animali catturati, arriverà sul tavolo della Commissione Europea. L’iniziativa è dell’eurodeputata Eleonora Evi, esponente del Movimento Cinque Stelle, la quale ha annunciato ieri che presenterà «un’interrogazione, per fare luce e vedere se la stessa posizione» assunta dall’esecutivo sul caso dei cani procione e degli scoiattoli grigi, altri mammiferi alloctoni che si sono diffusi in Europa, «viene ribadita su questo caso specifico». L’interrogazione, ha sottolineato l’europarlamentare grillina, mira anche a «far vedere al governatore della Lombardia», Attilio Fontana, «che da qui, dal Parlamento Europeo, c’è un occhio attento a come viene trattata la fauna selvatica, e gli animali in generale».

La caccia ai procioni dell’Adda è iniziata tre anni fa ed ogni anno sono stati circa settanta gli esemplari catturati. Questi animali, che nel Parco si sono ambientati e riprodotti probabilmente dopo un rilascio “fuorilegge”, vengono considerati una specie invasiva e pericolosa, perché, oltre ad essere alloctoni e provocare parecchi danni ad allevatori e agricoltori, sono portatori di un parassita trasmissibile sia agli uomini, sia agli animali domestici. In teoria dopo la cattura dovrebbero essere portati in centri di custodia, ma i pochi centri allestiti nel Nord Italia non hanno spazi disponibili. Per questo motivo, essendo impossibile sterilizzarli e liberarli, i procioni vengono abbattuti. Oggi l’eradicazione si considera ormai completata: i prossimi due anni serviranno a monitorare un eventuale ritorno della specie.