Melzo, calciatore picchiato e insultato perché di colore: "Se mi deridono io non mi piego"

Lo sfogo di Momo, 17enne di Gorgonzola : "Questa è gente ignorante ma in Italia sto benissimo"

Momo dà il calcio d'inizio sul campo di Desio

Momo dà il calcio d'inizio sul campo di Desio

Melzo (Milano), 10 novembre 2019 - Per la prima volta parla Momo, il 17enne di Gorgonzola che gioca nel Melzo 1908 picchiato lo scorso week-end durante una partita del campionato Csi Juniores a Milano contro il CEA. Momo così può tornare sull’episodio accaduto l’altro venerdì sera sul campo di viale Ungheria. E, ci dice, tutto è iniziato dopo appena un quarto d’ora dal calcio d’inizio.

«Ha cominciato il pubblico a insultare - dice - poi in campo i giocatori avversari mi hanno preso di mira con spinte e falli da dietro. Nel secondo tempo è entrato un ragazzo dalla panchina e ha iniziato a dire a me e a mio cugino che era in porta “Negri di merda”. Alla fine non ci ho visto più e mi sono avvicinato e gli ho detto: “Adesso basta, hai rotto il…”. Sono intervenuti i miei compagni e ci hanno divisi». Ma il peggio deve ancora venire. «Stiamo entrando negli spogliatoi e arriva la madre del giocatore e mi blocca da dietro, mi trovo davanti il padre che mi colpisce con un pugno. Finisco a terra, cerco di rialzarmi ma a quel punto ne ho sopra cinque…».

Otto giorni dopo il fatto Momo non si capacita ancora. «Ripeto le cose che ha già detto mio papà. È assurdo che due genitori piuttosto che rimproverare il figlio che dice “Negro di merda” entrino in campo e picchino chi è stato insultato. Non esiste. Questa gente è ignorante». E non è la prima volta che accade durante una partita di calcio. «Continuavano a dirmi “negro di merda”. E anche quella volta mi sono ero a chi mi aveva offeso chiedendo il perché lo facessero, l’arbitro ci divise. Sento la rabbia salire quando mi offendono. Non abbasso la testa…». Momo è arrivato in Italia cinque anni fa e da tre frequenta una scuola professionale, tifa Juventus. «Qui mi trovo strabene, all’inizio è stato un po’ difficile, anche per strada capitava di essere insultato. Ma ora succede raramente, quasi mai. La situazione è migliorata».