Cala l’emergenza sanitaria: congelata la palazzina Covid

Delibera dell’Unione Comuni dell’Adda sulla struttura di Liscate

Il sindaco Lorenzo Fucci davanti ai mini-alloggi previsti per le quarantene da Covid

Il sindaco Lorenzo Fucci davanti ai mini-alloggi previsti per le quarantene da Covid

Liscate (Milano), 14 luglio 2020 - Calo dell’emergenza sanitaria, "progetto non più rispondente alle esigenze del territorio", congelata la struttura d’accoglienza per i malati Covid in via Brambilla. Delibera dell’Unione dei Comuni Adda Martesana formalizzata nei giorni scorsi: il progetto aveva già percorso parte del suo iter, e l’Unione aveva già concluso una manifestazione di interesse per l‘individuazione di un gestore. Il progetto, ricordiamolo, aveva preso il via in aprile, in piena emergenza, quando l’Unione aveva risposto all’appello prefettizio di ricerca locali idonei all’accoglienza di malati covid in remissione o poco sintomatici in regime di isolamento. La proposta, quella di realizzare la struttura di riferimento d’area in dieci minialloggi di via Brambilla, realizzati a suo tempo in seno al complesso del centro polivalente ma da otto anni sostanzialmente inutilizzati.

Per l’Unione e nel dettaglio per il comune di Liscate i classici due piccioni con una fava: da una parte la possibilità di realizzare un’opera urgente e utile alla collettività, dall’altra quella di valorizzare un immobile pubblico. La procedura aveva preso regolarmente il via, un progetto era stato sottoposto alla Protezione civile, e l’Unione, presieduta dal sindaco liscatese Lorenzo Fucci, aveva provveduto alla parte di propria competenza, indicendo una manifestazione di interesse per l’individuazione di un soggetto del terzo settore che avrebbe dovuto gestire ostelleria, pulizie, gestione sanitaria e pasti. Solo l’11 maggio, ancora una volta, Regione Lombardia "faceva pervenire - così la delibera dell’Unione - l’approvazione del progetto, con richiesta di attivazione tempestiva e con anticipazione delle relative spese, che avrebbero dovuto essere rendicontate dall’Ente al Presidente di Regione Lombardia, in qualità di soggetto attuatore".

I dieci minalloggi disponibili, infatti, avrebbero dovuto essere sottoposti a interventi di messa a punto e adeguamento per qualche decina di migliaia di euro. Sulla questione economica il primo incaglio. "Al fine di una realistica previsione di spesa - ancora la delibera - l’Ente ha più volte richiesto alla Regione precise indicazioni in merito ai capitoli di spesa in cui è stanziata la somma da rimborsare, senza dettagliate risposte in merito". E poi la mutata situazione sanitaria: "Va considerata la minor incidenza di soggetti Covid positivi che, nell’ultimo periodo, hanno la necessità di isolamento extra domiciliare". A sciogliere i dubbi una nota prefettizia, che ha specificato "la non sussistenza attuale di una necessaria attivazione del servizio, in quanto sufficientemente efficaci le già predisposte strutture "Michelangelo" e Croce Rossa Italiana presso l’aeroporto di Linate". "A questo punto - spiega Lorenzo Fucci - non abbiamo potuto che prendere atto, seppure con rammarico. I miniall oggi li destineremo quanto prima ad altro".