Padre uccide i due figli e si suicida, dolore e choc a Gessate: "Erano la sua vita"

La morte di Elena e Diego, vicini di casa e amici non riescono darsi pace. Per tutti erano la famiglia perfetta

Una foto felice di Diego ed Elena

Una foto felice di Diego ed Elena

Gessate (Milano), 28 giugno 2020 -  "I gemelli sono morti. Li ha uccisi il papà e poi si è buttato dal ponte". La fine dei Bressi è un pugno allo stomaco per Gessate. La tragedia dell’impiegato che non accettava la separazione insanguina il sabato nel tranquillo paesone alle porte di Milano. Mario, Daniela e i piccoli Elena e Diego erano una cartolina, la loro vita vista da fuori la favola bella di chi aveva tutto. "Perfetti", raccontano i vicini. Discreti, amanti della natura, andavano in bicicletta e in montagna. I ragazzi, studiosi, educatissimi.

Lui, "un pezzo di pane", lei "innamorata dei suoi figli". È finito tutto in una notte di follia, in cui il demone dell’incertezza ha preso il sopravvento cancellando presente e futuro. Un messaggio alla compagna di una vita, "Non li rivedrai mai più", poi, il duplice omicidio e il salto nel vuoto

"Nulla lasciava presagire un epilogo come questo – dice Daniela Fontana, una vicina, sotto choc come tutti qui -. Mai una parola fuori posto o una discussione. Erano una famiglia vera, con i piedi per terra, senza grilli per la testa, pieni d’amore e di attenzione l’uno per l’altra". Conferma Zara Ahmed, dirimpettaia della coppia. "Non riusciamo a credere che i bambini non ci siano più. Per noi è difficile pensare che il signor Mario abbia potuto fare tutto questo. Erano la sua vita". "Giocavamo insieme a calcetto – aggiunge sconvolto Jibril Abdirashid, un amico dei gemelli – ci conoscevamo fin da piccoli".

Parole sussurrate nel borgo in via Glassade 7, proprio di fronte alla scuola materna, un quadrilatero di palazzine eleganti con un bel prato in mezzo, dove i coniugi abitano dal 2003, dopo il trasferimento da Gorgonzola. "È una giornata tristissima per tutti - ripete la mamma del quindicenne – ricordo ancora quando Elena e Diego venivano ai compleanni dei miei ragazzi. Non li vedremo crescere, diventare adulti, studiare e trovare la loro strada. È tutto così assurdo". Al cancello arrivano Vittoria ed Emma, anche loro dodicenni. In mano hanno due rose rosse. "Vogliamo ricordarli così", dicono e gli occhi si riempiono di lacrime.

Sgattaiolano davanti al portone che i loro amici hanno attraversato l’ultima volta qualche giorno fa con il papà. "Erano sereni, come sempre", ricorda Daniela. Non sapevano che non avrebbero mai più rivisto il giardinetto al piano terra dove hanno trascorso tanti pomeriggi felici. Li piange l’intera comunità. "Siamo in lutto - dice il sindaco Lucia Mantegazza -. È una tragedia incomprensibile. Ci stringiamo alla mamma dei nostri angeli".