Coronavirus: a Gorgonzola Kopron dona il tendone per le ambulanze

I lavoratori richiamati in fabbrica hanno allestito in tempi record la struttura montata davanti al San Gerardo

Gli operai della Kopron impegnati nella realizzazione della tensostruttura

Gli operai della Kopron impegnati nella realizzazione della tensostruttura

Gorgonzola (Milano), 26 marzo 2020 - Ha uffici in  Francia, in Cina e in Brasile ma ha mantenuto quel gusto per il cliente dell’azienda di famiglia pronta a farsi in quattro se c’è bisogno. Ed è esattamente quel che è successo quando è arrivata la telefonata di Dario Allevi, sindaco di Monza, che chiedeva aiuto: "Serve un tendone per coprire le ambulanze al San Gerardo". L’ospedale brianzolo è in prima linea nella lotta al coronavirus. Dall’altra parte del filo, Mario Vergani, da 38 anni al comando della Kopron di Gorgonzola con il fratello Paolo, marchio di riferimento per la logistica industriale. Il loro campo. Non ci hanno pensato un attimo, in quattro e quattr’otto hanno richiamato un intero reparto, gli operai si sono messi al lavoro e hanno prodotto e installato il pre-triage volante. Operazione conclusa in poche ore. Un piccolo miracolo frutto della generosità che cresce più del Covid-19.

«Volevamo fare un gesto concreto per la comunità che ci ha sempre riservato un’attenzione speciale", dicono i titolari. Commossi, "per avere avuto l’opportunità di aiutare malati, medici e infermieri". Nella notte sotto la guida della Protezione civile, la posa. Adesso, le ambulanze che fanno la spola fra casa dei pazienti e l’ospedale hanno un riparo. Prima, le barelle rimanevano all’aperto. Gonfiano il petto anche le maestranze, "l’adesione alla proposta del primo cittadino è stata immediata", sottolinea Vergani.

Nata all’inizio degli ani Ottanta oggi conta 150 dipendenti e fattura 45 milioni di euro, la ditta dal cuore d’oro ha sempre guardato avanti investendo in ricerca e sviluppo, molti i brevetti che portano la firma di famiglia. "Siamo diventati una realtà internazionale, ma vecchia maniera – spiegano i proprietari – ci diamo da fare per migliorare il prodotto e diversificare l’offerta, rispondendo a tutte le esigenze. La parola d’ordine è flessibilità, come dimostra il caso Monza. Anche se quello non è business, ma un dono".

Nel quartiere generale in via Primo Maggio, 25mila metri quadrati, si inventano e producono capannoni e pensiline, invece, box e portoni escono dallo stabilimento gemello di Molfetta, il polo tecnologico aperto in Puglia. Ma è con le sedi di Arnàs, Oltralpe, di Wuxi all’ombra del Dragone e Jundial in Sud America che i milanesi sono partiti alla conquista del mondo. Neanche il virus finora li ha fermati, domani si vedrà, la ditta è un anello delle filiere alimentare e delle forniture ospedaliere. Ha permesso alle famiglie di continuare a fare la spese e di avere a disposizione medicinali anche durante la pandemia. "Siamo andati avanti seguendo scrupolosamente il protocollo sanitario - conclude Vergani -. In reparto abbiamo adottato tutti gli accorgimenti per evitare la diffusione del Covid. E chi può, impiegati soprattutto, fa lo smart working".