Nibionno, 24 ottobre 2013 - Sono entrati nella prima stanza in cui sono riusciti a infilarsi e se la sono presa con le prime persone che sono capitate loro sotto mano, che purtroppo erano il 19enne di Nibionno Joele Leotta e il coetaneo di Molteno Alex Galbiati. Volevano "semplicemente"impartire una lezione agli altri inquilini di quel palazzo di Lower Stone Street, nel cuore di Maistone, nel Kent, dove domenica sera si è consumata l'assurda tragedia e dImostrare che nessuno poteva opporsi a loro, nè permettersi di richiamarli all'ordine. Due dei quattro lituani incriminati per l'omicidio del brianzolo infatti alloggiavano proprio nello stesso edificio, ma diversi condomini si erano lamentati di loro e del comportamento rissoso e poco rispettoso degli scomodi vicini, rivolgendosi pure agli agenti di Polizia.

IL MOVENTE - Una vendetta insomma o una sorta di spedizione punitiva contro nessuno in particolare ma per lanciare un segnale a tutti. Quando poi si sono accorti di avere per le mani due italiani, hanno sfogato tutta la loro rabbia e il loro odio contro coloro che consideravano anche degli usurpatori dei posti di lavoro migliori e maggiormente retribuiti, come quelli di cameriere o di cuochi. I brianzoli, che avevano da poco terminato il turno di servizio al "Vesuvius restaurant" erano in pigiama, stavano guardano un film e non hanno potuto nulla per opporsi all'irruzione. Le belve, che avrebbero agito anche sotto l’effetto di sostanze stupefacenti oltre che di alcol, ieri sono comparse tutti davanti ai giudici del tribunale di Medway, che hanno convalidato l'arresto in attesa del processo, la cui prima udienza, che sarà pubblica, è già fissata per lunedì prossimo.

GLI ARRESTATI  - Sono Aleksandras Zuravliova di 26 anni residente in Beaumont Road, Saulius Tamoliunas di 23 che abita in Union Street, Tomas Geležinis di 30 che occupava la camera al piano di sopra di quella dei lombardi insiema a Linas Zidonis di 21 anni ufficialmente senza fissa dimora ma ospite dell'ultimo connazionale. Sono stati identificati subito dopo il violento raid che non ha lasciato scampo al ragazzo nibionnese. Resta invece ancora da definire la posizione degli altri sei fermati, tra i 21 e i 45 anni di età, sempre della Lituania, sebbene uno in possesso di un passaporto britannico, due dei quali rimessi in libertà condizionata. Sono stati identificati e individuati sia grazie ad alcuni testimoni ma anche dalle immagini delle numerose telecamere di videosorveglianza installate nel quartiere.

L’IMMIGRAZIONE - La zona è caratterizzata da una forte concentrazione di immigrati, si respira un clima di tensione, specie per la presenza di cittadini dell’Est Europa. Già in passato si sono registrati spiacevoli episodi, quasi sempre con protagonisti giovani balordi lituani che coglierebbero ogni pretesto per scagliarsi contro gli altri stranieri. Gli inglesi, che in quel comparto sono in prevalenza operai, secondo gli inviati sul posto sarebbero abbastanza esasperati dal clima di tensione, esasperato ulteriormente dalla crisi economica, che ha riportato ha riportato la disoccupazione alle stesse, come non avvenica dal 1982, ai tempi del primo mandato di Margaret Thacher.

I FAMILIARI - I familiari della vittima e dello scampato alla mattanza hanno intanto espresso la volontà di tornare a casa quanto prima, se possibile già venerdì. Per il rimpatrio della salma invece occorrerà molto tempo perché bisogna attendere il responso definitivo dell’autopsia, compresi gli esami di laboratori. Dai primi accertamenti è emerso che  il giovane è deceduto per i gravi traumi riportati, specialmente al capo. Il suo fisico esile non ha resistito alla granaiola di pugni, alla tempesta di calci, alle sberle e alla testate. Il trasferimento d’urgenza in poliambulanza in un ospedale di Londra si è rivelato inutile. Nonostante non si conosca la data, il sindaco del piccolo centro lecchese Claudio Usuelli ha preannunziato il lutto cittadino e una fiaccolata.

di Daniele De Salvo