Gran Bretagna, restrizioni Covid addio. Ma Boris Johnson ci ricasca

Da oggi "liberi tutti" ma il premier finisce di nuovo in quarantena e i contagi da variante Delta volano alle stelle

Covid in Gran Bretagna

Covid in Gran Bretagna

Addio restrizioni in Gran Bretagna. Da oggi, 19 luglio, scatta il freedom day che prevede il via libera ad attività come i locali notturni, l'allentamento di ciò che rimane delle limitazioni per cinema, teatri, eventi pubblici, matrimoni o funerali e la fine di un vincolo legale sull'uso della mascherina al coperto o sul distanziamento. Inoltre i residenti del Regno Unito che rientreranno dagli oltre 100 Paesi - Italia inclusa - della cosiddetta lista ambra non dovranno più essere messi in quarantena.  Come aveva promesso ormai da settimane, Boris Johnson tira dritto e riapre il Paese nonostante nel Regno Unito la variante Delta continui a registrare incrementi. Ieri il Ministero della Salute inglese ha comunicato che si sono registrati 54.674 nuovi casi di Covid nelle ultime 24 ore, segnando un nuovo picco dal 15 gennaio scorso. I decessi sono stati invece 41.

L'allarme

Il "liberi tutti" confermato da Boris Johnson ha suscitato dure prese di posizioni nel mondo, un po' come era accaduto in occasione della finale dell'Europeo 2020 a Londra. Qualche giorno fa circa 1.200 scienziati hanno firmato una lettera contestando la decisione del primo ministro inglese. Oggi il j'accuse arriva dal professor Neil Ferguson, dell'Imperial College di Londra e membro del Scientific Advisory Group for Emergencies, che è il comitato di consiglieri scientifici del governo britannico. "E' quasi inevitabile che in Gran Bretagna si arrivi a 100mila nuovi casi di Covid al giorno, con mille ricoveri quotidiani", ha detto Ferguson sugli effetti delle riaperture che scatteranno da domani nonostante il Paese stia affrontando una nuova ondata provocata dalla variante Delta.  "E' veramente difficile dirlo con certezza, ma credo che 100mila casi al giorno siano quasi inevitabili", ha affermato Ferguson per il quale queste cifre potrebbero salire ancora, potrebbero raddoppiare, anche se questo è "molto meno certo". Da parte sua il Ministro per le Comunità locali Robert Jenrick in un'intervista ha spiegato che la terza ondata della pandemia di coronavirus raggiungerà il picco nel Regno Unito "alla fine di agosto, forse anche all'inizio di settembre". 

Boris Johnson (Ansa)
Boris Johnson (Ansa)

Boris in quarantena

Intanto anche il ministro della Salute inglese, Sajid Javid, è risultato positivo al Covid 19 con sintomi leggeri, colpito dall'ondata di contagi che sta sferzando il Paese. Inizialmente il governo britannico aveva rassicurato che Boris Johnson avrebbe comunque partecipato alle "attività di governo essenziali" dopo essere stato identificato come "contatto prossimo" del ministro della Salute Javid. Poi a Downing Street sono tornati sui propri passi con l'annuncio che il primo ministro trascorrerà 10 giorni in autoisolamento a Chequers, la residenza in campagna. Una marcia indietro dovuto anche a seguito delle reazioni di molti cittadini, che non hanno gradito il fatto che il premier violeasse le procedure. Johnson ha detto di aver preso in considerazione solo "brevemente" l'idea di non isolari e ha spiegato in un video perché ha cambiato idea: "Abbiamo valutato brevemente l'idea di prendere parte al progetto pilota che consente alle persone di testarsi quotidianamente, ma penso che sia molto più importante che tutti si attengano alle stesse regole. Ecco perché sarò in autoisolamento fino al 26 luglio".