ACQUA POTABILE DALL’ARIA: LA RIVOLUZIONE DELL’ORO BLU

NEL MONDO 880 milioni di persone non hanno accesso ad acqua potabile pulita. Duecento milioni di ore sono impiegate ogni giorno per raccoglierla e trasportarla. Inquinamento, sovrasfruttamento, deterioramento delle infrastrutture e cambiamenti climatici stanno gradualmente riducendo l’approvvigionamento naturale. In questo scenario, il costo dell’acqua potabile in bottiglia è sempre più alto: attualmente è più cara del petrolio, il mercato cresce di oltre il 10,7% ogni anno e nel 2030 arriverà a 195 miliardi di dollari. L’oro blu, insomma, è sempre più prezioso e fonti alternative sono necessarie per rispondere alla domanda crescente. Eppure la soluzione potrebbe essere a portata di mano. Anzi di naso, perché contenuta nell’aria che respiriamo. Una rivoluzione innescata da Seas (Société de l’Eau Aérienne Suisse), una start up ingegneristica italo-svizzera che ha brevettato una tecnologia in grado di produrre acqua potabile di alta qualità filtrando l’umidità presente nell’atmosfera.

Il sistema Awa Modula di Seas è una sorgente rinnovabile e inesauribile: cattura l’aria ambiente e condensa il vapore umido in essa contenuto in acqua distillata, filtrata, sottoposta a un trattamento per eliminare i batteri e successivamente mineralizzata, producendo un’acqua paragonabile alle migliori destinate al consumo umano sul mercato. L’acqua prodotta con questa tecnologia è sicura e meno soggetta a inquinanti rispetto a quella prodotta con altri sistemi, considerando che l’aria ha una capacità di rigenerazione molto rapida. La tecnologia Seas crea acqua ovunque serva, anche in luoghi remoti dove le condizioni climatiche sono complesse e non esistono fonti idriche o sono inutilizzabili. L’acqua prodotta da Awa Modula può trovare poi innumerevoli applicazioni: si può arricchire di sali minerali su specifica ricetta per utilizzo alimentare, ma può anche essere destinata a uso agricolo, oppure distillata per uso farmaceutico, ospedaliero, industriale.

"Abbiamo raggiunto un importante traguardo scientifico e tecnologico – commenta Graziano Giacomini, presidente di Seas – Tra gli aspetti più interessanti c’è quello energetico: non solo i nostri sistemi possono tutti essere alimentati con energie rinnovabili, ma la tecnologia Awa Modula è anche in grado di sfruttare l’energia impiegata nella produzione di acqua per generare gratuitamente aria fresca e riscaldamento, azzerando i costi energetici e ammortizzando il costo della macchina. Così l’acqua, oltre a essere praticamente gratuita in termini energetici, permette di portare un guadagno a chi utilizza il sistema Seas – Awa Modula".

La missione di Seas è anche quella di collaborare con organizzazioni no-profit per risolvere il problema di carenza di acqua potabile. Da questo punto di vista, la scelta di avere sede in Svizzera soddisfa anche la necessità di proporsi al mercato mondiale in modo neutrale, essendo l’acqua un bene fondamentale per l’uomo a prescindere dal luogo in cui vive. Seas ha finora portato la sua tecnologia in America Latina (Messico, Perù), Isole Caraibiche, Nord Africa, Sud Africa, Libano, Emirati Arabi. È attualmente presente con le sue filiali in Italia, Usa, Canada, Messico, Perù, Libano, Brasile ed Emirati Arabi e sono in corso di apertura nuove sedi e uffici in Cina e Africa. Seas sta continuando nello sviluppo della gamma Awa Modula, che si presta a sempre più svariati utilizzi: non a caso da anni collabora con la Fondazione HumaCoo, Ong impegnata a fornire soluzioni basate sull’innovazione tecnologica ai Paesi afflitti da gravi problemi economici e sociali, per un importante progetto in Namibia e Mozambico.

Proprio in questi giorni, inoltre, Seas – attraverso la sua consociata Trooss Seas Engineering di Abu Dhabi – ha firmato un accordo strategico con Tawazun per l’utilizzo della tecnologia aria-acqua per usi sia militari sia civili. La prima fase del progetto include la produzione, entro i prossimi cinque anni, di 3.000 dispositivi per la generazione di acqua potabile, ciascuno con una capacità di 30 litri al giorno. "Si tratta di un successo per la nostra società, che ha superato le più rigide ispezioni degli esperti – continua Giacomini – Dal punto di vista imprenditoriale, questo accordo ci apre innumerevoli possibilità, in quanto le zone desertiche richiedono tecnologie particolarmente sofisticate per un’estrazione efficiente dell’acqua dall’aria. Il nostro know how è stato ritenuto all’altezza del compito e di questo siamo orgogliosi".