UN PIANO MILIARDARIO PER DARE LA SPINTA AL PAESE

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IL PIANO NAZIONALE di ripresa e resilienza appena approvato dal governo è l’occasione da non perdere per vincere la sfida di modernizzazione del Paese e consegnare alle future generazioni un’Italia migliore. Sul piatto della transizione digitale ci sono 50 miliardi di euro del Next Generation Eu, investimenti destinati a realizzare progetti concreti per svecchiare la pubblica amministrazione, per irrobustire le competenze digitali e il sistema educativo, per sviluppare la sanità digitale e per sostenere le imprese impegnate nell’Industria 4.0, in presenza di un quadro allarmante di un Paese che sta restando indietro sulla penetrazione delle tecnologie digitali. La transizione digitale è una sfida di modernizzazione che si gioca per il governo italiano su più tavoli. Il ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, ne ha identificati quattro, illustrando il Pnrr italiano presentato a Bruxelles. "Innanzitutto quello delle infrastrutture di rete, che vogliamo estendere su tutto il territorio nazionale, garantendo l‘accesso a internet ad alta velocità a tutti, dai grandi centri urbani fino alle periferie, i piccoli Comuni e le isole. In secondo luogo, quello di un’amministrazione digitale più rapida, più semplice e più incisiva, a vantaggio di tutti, dai cittadini agli imprenditori. Terzo ambito è quello dell’innovazione tecnologica, che vogliamo accelerare in tutto l’ecosistema industriale, per recuperare il gap di produttività, facendo del digitale una leva per guadagnare competitività e rinnovare i modelli di business. Infine, quello delle regole del digitale, che vogliamo rendere più agili e anche più lungimiranti, a prova di futuro", ha spiegato Colao.

Sotto la diretta responsabilità del ministro per l’innovazione tecnologica ci sono circa 13 miliardi, da investire sulle infrastrutture e sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione, con l’obiettivo di ribaltare la narrativa della Pa che rallenta le nostre vite e ostacola la competitività delle imprese. Entro il 2026, inoltre, il ministero punta a garantire a tutti gli italiani la connessione a un giga e a diffondere lo sviluppo delle reti e dei servizi 5G. "Nei prossimi 5 anni porteremo il 75% della Pa italiana ad utilizzare servizi cloud, renderemo i dati pubblici interoperabili, doteremo il 70% degli italiani di un’unica identità digitale e rafforzeremo l’uso della telemedicina e del fascicolo sanitario digitale", promette Colao. Questo dovrà consentirci di entrare nel gruppo di testa dei Paesi europei e di far crescere il sistema produttivo, garantendo da subito agli imprenditori condizioni migliori per essere più competitivi. Un altro punto centrale è la riduzione del digital divide, garantendo opportunità migliori ai giovani e alle donne su cui il governo vuole sovra-investire. Sarà dunque la volta buona per la digitalizzazione del Paese? "Dobbiamo essere onesti: la dotazione del Pnrr è una condizione per la ripresa, ma non è una garanzia di successo per una ripresa resiliente, una ripresa che sia sostenibile e capace di reagire agli choc nel tempo. Per questo obiettivo occorre un cambio di passo ulteriore, attraverso due sforzi di riforma. Il primo è la trasformazione del modo di erogare il servizio pubblico e il secondo è lo sviluppo di conoscenza e competenze in ambito digitale", sostiene Colao. La trasformazione del servizio pubblico, per il governo, è una transizione che deve andare ad aggiungersi alla transizione digitale e a quella ambientale, con altrettanta urgenza. "La realizzeremo solo con un intervento radicale, tendente a produrre buona amministrazione", promette Colao. Questa trasformazione vuole andare nella direzione di semplificare il rapporto tra la Pa e il cittadino, orientandolo alla fiducia con meno controlli formali ex ante e più controlli sostanziali ex post sulle buone condotte. "Significa reingegnerizzare le procedure e ridisegnare i servizi offerti ai cittadini, significa usare di più i dati per costruire le decisioni pubbliche e monitorarne nel tempo i risultati. Ma soprattutto significa cambiare passo nel reclutare, gestire, formare, e motivare le risorse umane della pubblica amministrazione", sostiene Colao.

Il secondo sforzo su cui si concentra l’azione del governo, e forse quello più importante, è investire in modo massiccio nello sviluppo delle conoscenze digitali delle persone, a partire dal sistema educativo. "Sappiamo tutti che non c’è vera innovazione senza profonde competenze: mancando queste gli investimenti non possono decollare, la modernizzazione della Pa rimarrà al palo, il sistema educativo non può diventare un motore di promozione sociale", spiega Colao. Il ministero vorrebbe dunque colmare il gap digitale e competitivo tra Italia in Europa, grazie a un cambiamento culturale profondo. Per la transizione digitale servono investimenti e i finanziamenti del Pnrr sono centrali, ma occorrono soprattutto competenze.