Dossier Agroeconomy

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UNA CITTADELLA di oltre 110mila metri quadri, 40mila operatori internazionali, oltre 2.000 aziende espositrici, 500 nuovi prodotti e più di 1.000 buyers che parteciperanno, anche grazie al piano di incoming e alla collaborazione con l’Agenzia Ice. L’Italia riparte da Cibus, il 20° Salone internazionale dell’alimentazione che si svolgerà dal 31 agosto al 3 settembre a Parma. Cibus sarà la prima fiera internazionale del food and beverage, in Europa, a ripartire dopo un anno e mezzo di stop imposto dalla pandemia. Nell’ultima edizione in presenza, quella del 2018, hanno affollato la manifestazione 82mila visitatori e sono stati registrati 3.100 espositori. In esposizione, a Cibus 2021, tutte le merceologie: dai salumi ai formaggi, dalla pasta al pomodoro, dall’olio ai prodotti da forno, dal beverage al grocery, dai surgelati ai prodotti locali, e tanto altro.

A Cibus si parlerà di argomenti cruciali come la ripartenza dell’economia italiana, l’incremento dell’export e il futuro del settore agroalimentare, attraverso un ricco ventaglio di convegni. La manifestazione vedrà la presenza di quattro ministri (Luigi Di Maio, Stefano Patuanelli, Giancarlo Giorgetti e Fabiana Dadone), di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, Carlo Maria Ferro, presidente Agenzia Ice e Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna.

Cibus 2021 sarà all’insegna della sicurezza in funzione anti-Covid. Visitatori ed espositori dovranno esibire il green pass o l’Eu digital Covid certificate o titolo analogo internazionale. In mancanza del certificato, dovranno presentare un risultato negativo al test molecolare o antigenico, in lingua italiana o inglese, effettuato non prima delle 48 ore precedenti alla data di ingresso in fiera. E anche quest’anno, Cibus metterà in campo non solo cibo e business ma anche la solidarietà, con il progetto “Food saving”, grazie alla partnership con Banco Alimentare. Gli espositori, per il quarto anno, avranno la possibilità di donare le eccedenze a fine manifestazione, perché non vadano sprecate e possano arrivare a persone e famiglie in difficoltà sul territorio regionale, grazie all’attività delle strutture caritatevoli convenzionate con Fondazione Banco Alimentare Emilia-Romagna.