Le immagini della tragedia del 9 ottobre 1963: Longarone distrutta, la morte e la devastazione causate dalla frana e dall'onda che superò la diga
Vajont, le foto dell'archivio del Giorno 60 anni dopo il disastro
Un bimbo avvolto in una coperta, sulla spalla del padre, in salvo per miracolo dopo la tragedia della sera del 9 ottobre 1963
Un altro bambino nelle braccia del genitore: segno di speranza in tanto dolore
La chiesa di Pirago devastata dalla furia dell'acqua è demolita. Resta il campanile e una parte dell'abside, tuttora esistenti, simbolo della tenacia di un popolo colpito tanto duramente
La statua di candido marmo di un angelo del cimitero di Longarone spunta dal fango e dalle rocce
Un anziano fra i resti della casa devastata dall'ondata uscita dalla diga
Le proporzioni del disastro emergono nel confronto fra l'agitazione fragile dei sopravvissuti e le dimensioni degli edifici di calcestruzzo sbriciolati dalla potenza esplosiva dell'onda
Il silenzio, la desolazione e il dolore nell'immagine del composto dolore di una donna accovacciata fra i resti della tomba dei suoi cari. Dai sassi che coprono le tombe devastate del cimitero, spunta il volto di un angelo di pietra
Sola, seduta a lato della massicciata ferroviaria devastata dal disastro, una donna piange la propria disperazione, la stessa della popolazione di Longarone, delle sue frazioni e di Erto e di Casso
Un vaso di fiori sui tre gradini del presbiterio segnano le tracce, come in uno scavo archeologico, della chiesa di Longarone cancellata dall'acqua uscita dalla diga del Vajont. Un sacerdote prega a mani giunte. Un militare, in un attimo di pausa, si concede un pasto veloce seduto su quel che resta di un pilastro. Sullo sfondo, una leggera foschia sfuma il profilo delle montagne dalle quali, la sera prima, la morte è arrivata spinta dall'acqua
La diga del Vajont, poche ore dopo il disastro. Un uomo osserva il crinale del monte Toc, da cui un intero versante di roccia, terra, stalle, strade, laghetti e boschi si è staccato per piombare nel lago artificiale. Da qui, un'onda si solleva in due direzioni. Una parte si scaglia contro la montagna di fronte al Toc, il Salta, lesionando le case di Erto e Casso, e uccidendo molti degli abitanti. Contemporaneamente, per effetto della caduta della frana nel bacino, l'altra parte dell'ondata esce dalla diga, ne distrugge il coronamento, ma la lascia integra, piombando però con estrema violenza sulle case di Longarone, lungo il Piave, ai piedi del gigante di cemento
L'esercito rimuove la carcassa di un animale morto: si fatica per evitare un'epidemia
L'enorme mole della diga del Vajont, intatta, dall'alto domina le figure dei soldati accampati a Longarone
Longarone distrutta. Dalle macerie spunta una radio, patrimonio pagato a caro prezzo da una famiglia
Ancora una radio, insieme a una forma di cacio, riemersa dal fango e dalle macerie di una casa distrutta
A mani nude e con un semplice badile in mano il militare scava fra i resti delle case, sullo sfondo i superstiti e l'esercito che si muovono come formiche nere in una terra brulla
Brandelli di documenti e di vita spuntano fra le pietre delle case distrutte
Il pendio dove un tempo sorgeva Longarone è un terrazzamento di macerie su cui si muovono increduli superstiti e soccorritori
A poche ore dal disastro si ricomincia subito a ricostruire. Gli uomini tornano dall'estero dove erano emigrati per lavorare e rimettono mano alle case lesionate. Pietre, calcinacci e infissi schiantati vengono rimossi e sostituiti
Un militare sparge calce sulle carcasse degli animali uccisi nel disastro
Gli aiuti dell'esercito americano arrivano a bordo di un elicottero
Vestita di scuro, con il grembiule annodato in vita, una casalinga sembra essere appena uscita dalla cucina. Invece si affaccia sull'abisso di devastazione lasciato dalla grande frana caduta nella diga
Vajont, le foto dell'archivio del Giorno 60 anni dopo il disastro
Nelle prime ore dopo la tragedia i primi soccorsi ai feriti
Un sacerdote prega in ginocchio sui resti dell'altare della chiesa di Longarone
Dal fango riemerge un libro del catechismo. La pagina è aperta su un'illustrazione della Resurrezione. Un timido segno di speranza
Prima e dopo. La vista di Longarone dalla montagna di fronte è un confronto devastante fra il presente di morte e il passato