Vaccini Covid, arrivano 400mila dosi di Moderna

In Sicilia funzionano le iniziative che aprono le porte a chi vuole vaccinarsi senza prenotazione con Astrazeneca

L'arrivo dei vaccini Modrna (Ansa)

L'arrivo dei vaccini Modrna (Ansa)

Milano - Oltre 400mila dosi di vaccino Moderna sono in arrivo questa sera all'hub nazionale della Difesa all'aeroporto militare di Pratica di Mare, vicino a Roma. Una buona notizia, visto che il lotto verrà distribuito alle Regioni a partire da domani. Si tratta del prodotto meno utilizzato in Italia. Secondo il quotidiano britannico Guardian l'azienda Usa ha problemi nella produzione in Europa e ciò potrebbe ripercuotersi nelle consegne sia nell'Ue che nel Regno Unito e in Canada. Nel frattempo la campagna vaccinale sta accelerando e, nonostante i diversi andamenti delle vaccinazioni nelle regioni, si vedono i primi effetti dei vaccini sui dati dei ricoverati e dei contagiati in queste fasce d'età, come sottolineato dal presidente dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro: "L'eta' mediana alla diagnosi e al momento del ricovero è in decrescita, il che vuol dire che anche indirettamente stiamo iniziando a vedere i primi effetti delle vaccinazioni degli anziani. Le persone con più di 80 anni ma anche i settantenni, cominciano a decrescere come numero di casi".

I numeri della campagna vaccinale

Sono 14.785.115 le dosi di vaccino contro il Covid-19 finora somministrate in Italia, l'85,3% del totale di quelle consegnate, pari a 17.323.080 (nel dettaglio 11.845.080 Pfizer/BioNTech, 1.320.400 Moderna e 4.157.600 AstraZeneca). Le somministrazioni hanno riguardato 8.607.817 donne e 6.177.298 uomini. Le persone che hanno ricevuto entrambe le dosi sono 4.374.184, mentre sono circa dieci milioni e mezzo quelli che hanno ricevuto almeno una dose, il 17,5% della popolazione. Le dosi sono state somministrate a 3.202.860 operatori sanitari, 533.802 unità di personale non sanitario, 611.031 ospiti di strutture residenziali, 5.053.069 over 80, quindi 237.211 unita' delle forze armate, 1.131.878 unità di personale scolastico. La voce 'altro' comprende 4.015.264 persone.

E ieri si è registrato un record in Italia:  in un solo giorno sono state somministrate in Italia 347.279 dosi di vaccino, secondo i dati forniti dall'Ufficio del commissario all'emergenza, il generale Francesco Paolo Figliuolo. E il ministro della Salute Roberto Speranza promette: "Accelereremo ancora nelle prossime settimane".

Le fasce d'età

Quanto alle fasce d'età, la copertura degli over 80 è salita: oltre il 76% dei 4,5 milioni di over 80 ha ricevuto una dose di vaccino, mentre il 45% ha ricevuto entrambe le dosi. Tuttavia, restano forti differenze a livello regionale. Secondo l'ultimo report del Governo, le Marche hanno somministrato una dose al 100% degli over 80. Seguono Provincia autonoma di Trento (91%), Emilia Romagna e Veneto (87%), Lombardia (83%), Basilicata e Toscana (82%), Piemonte (81%), tutte sopra l'80%. Sotto la media nazionale dieci regioni: le peggiori sono Sicilia (51%), Calabria (54%), Sardegna (65%), Abruzzo e Liguria (66%), Campania (68%), tutte sotto il 70%. Per le seconde dosi, le Province autonome di Trento (67%) e Bolzano (65%) sono le uniche sopra il 60%, mentre sono sotto il 40% Toscana (31%), Sardegna (32%), Sicilia (34%), Calabria (37%), Umbria (39%).

Intanto in Lombardia stanno per partire le prenotazioni per la fascia d'età degli over 65, da dopodomani 19 aprile.  Per quanto riguarda gli over 70, poco piu' del 30% ha ricevuto una dose di vaccino mentre il dato sulle seconde dosi è ancora basso (3,4%). 

Le differenze tra regioni

Sul territorio italiano il piano vaccinale si va attuando con scenari molto variegati. In Sicilia l'Open Weekend lanciato dalla Regione, con AstraZeneca anche senza prenotazione ai 60-79enni, ha portato a quadruplicare le dosi somministrate normalmente. Direttamente al sito per l'iniezione anche a Taranto per la fascia 70-79 anni, con un buon successo dell'iniziativa. In Sardegna invece è andato in tilt il sistema informatico degli hub e i dati delle tessere sanitarie sono state registrati su carta dagli operatori, con conseguenti lunghe file. La fase successiva della campagna vaccinale riguarderà gli under 60, la fascia d'età finora considerata meno a rischio di conseguenze gravi per il virus.

Le Regioni, messi al riparo over 60 e fragili, come imposto dal governo, avranno una certa libertà su come procedere. Del Lazio, tra le più efficaci nella prima fase, già si sa che continuerà a seguire il criterio anagrafico a scalare e aprirà AstraZeneca - consigliato per gli ultrasessantenni - anche agli under 60 su base volontaria. Pure in Friuli Venezia Giulia si seguirà l'anagrafe: se non cambieranno le disposizioni del governo si partirà dai 55-59enni. La Campania di Vincenzo De Luca conferma il doppio binario: fascia d'età decrescente e categorie strategiche, come gli operatori del turismo in vista dell'estate.

Al momento è un'ipotesi, perché, come dicono dalla Regione Sicilia, "abbiamo avanzato le nostre proposte al commissario Figliuolo e restiamo in attesa del via libera". In Basilicata dopo anziani e fragili - assicura il governatore Vito Bardi - toccherà a tutti i lavoratori che sono stati in prima linea nella pandemia. In Liguria invece esiste già un calendario: dall'11 maggio prenotazioni per i 55-59enni e avanti fino al 15 giugno quando si potranno prontare i 40-44enni. In Alto Adige è già in corso la vaccinazione dei 60enni. Salvo imprevisti a inizio maggio si conta di passare ai 50enni. In Puglia l'obiettivo è dare anche il richiamo agli over 60 entro il 18 luglio, per poi passare agli under 60. Ma vista la bassa adesione degli ultrasessantenni la fase successiva potrebbe iniziare prima. Tra le altre Regioni più grandi e popolose, la Lombardia per la vaccinazione degli under 60 passerà dai 210 centri attuali a 76 maxi-hub nelle diverse province. Con le forniture previste, i 50-59enni (oltre 1,5 milioni e mezzo) potranno prenotarsi dal 30 aprile ed essere vaccinati da metà maggio; dai 49 anni in giù (oltre 4 milioni) prenotazione dopo metà maggio e somministrazioni da giugno. In Veneto agli under 60 toccherà dopo l'estate. Date certe ancora non ci sono. A breve sarà disponibile un programma on line per sapere dai 16 anni in su il periodo esatto. In Umbria infine si sa solo che gli under 60 saranno tutti vaccinati con Pfizer. 

I vaccini 

In settimana era atteso l'arrivo delle prime dosi del vaccino prodotto da Johnson & Johnson, considerato un punto di svolta perché monodose. A dare un brusco stop al suo esordio nella campagna vaccinale è stata la sospensione da parte della Food and drug administration statunitense dopo 6 casi sospetti di trombosi rare riscontrati in più di 6,8 milioni di vaccinati. Si tratta dello stesso tipo di reazione avversa e rara riscontrata nel vaccino di AstraZeneca e che ha portato non pochi risvolti sull'andamento della campagna di vaccinazione, tra sospensioni temporanee, limiti di età e rinunce della popolazione.

Le prime 184 mila dosi di Johnson&Johnson destinate all'Italia sono rimaste ferme all'hub nazionale di Pratica di Mare e le consegne in Europa da parte dell'azienda sono rimaste sospese. L'Ema sta indagando a stretto contatto con la Fda, la prossima settimana dovrebbe pronunciarsi a riguardo, ma al momento considera i benefici superiori ai rischi.

La ministra dell'Industria francese Agnes Pannier-Runacher ha detto che è probabile che l'Unione europea non rinnovi i contratti con AstraZeneca e Johnson&Johnson, preferendo i vaccini basati sull'mRNA come Pfizer, Moderna e il prossimo atteso sul mercato e prodotto dall'azienda tedesca Curevac. Proprio la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha annunciato che Pfizer ha anticipato al trimestre in corso la consegna di 50 milioni di dosi (in aggiunta alle altre 10 già anticipate) e che per il triennio 2021-2023 si sta già negoziando un contratto per la fornitura di 1,8 miliardi di dosi, dopo che si sta paventando un terzo richiamo a causa delle varianti. Nel resto di Europa gli stati più grandi come Francia, Germania e Spagna stanno trainando il ritmo della campagna vaccinale: è stata superata la "pietra miliare", come definita dalla Von der Leyen, delle 100 milioni di dosi somministrate. In Spagna e Germania il 19% della popolazione ha ricevuto la prima dose, mentre in Francia il 17,6%, rispetto al 17% italiano.