Rifiuto AstraZeneca. Speranza: "Chi dice no va in coda"

Il chiarimento del ministro: "Non è prevista l'immediata sostituzione. Tutti i vaccini sono sicuri"

AstraZeneca

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Cosa succede a chi dice no al vaccino AstraZeneca, magari perché intimorito dai rarissimi episodi di trombosi seguiti alla somministrazione del siero anglosvedese? Lo ha chiarito il ministro della Salute Roberto Speranza a margine della conferenza stampa sulla questione riaperture in cui l'esponente di LeU ha parlato a fianco del presidente del consiglio Mario Draghi.

Il monito del ministro

"Chi rifiuta il vaccino" AstraZeneca, ha detto Speranza, "va in coda e non ha possibilità immediata di sostituirlo. La nostra indicazione è di vaccinarsi perché tutti i vaccini sono sicuri". Era stato lo stesso Speranza nei giorni scorso ad auspicare un chiarimento rapido anche sul monodose Johnson&Johnson, dopo i sei casi di trombosi registrati negli Stati Uniti che avevano fatto pensare a una sospensione anche per questo siero. Il ministro, comunque, ha detto che il fenomeno del rifiuto di AstraZeneca ha proprozioni limitate.

L'allarme lanciato - e poi smorzato - in Lombardia

L'allarme sulla possibilità che il rifiuto di AstraZeneca stesse assumendo dimensioni importanti era stato lanciato pochi giorni fa in Lombardia. Il direttore generale del Welfare Giovanni Pavesi aveva parlato di "un fenomeno che negli ultimi giorni sta diventando più importante di quello che possiamo pensare", con segnalazioni in arrivo da numerosi centri vaccinali e una percentuale di "niet" che si aggirava intorno al 15%. Il dirigente, subito dopo, era stato però corretto dall'assessore alla Salute Letizia Moratti che aveva definito "irrisorie" le rinunce a vaccinarsi con il composto anglosvedese.