Covid, nuovi parametri: ecco le regioni che possono cambiare colore e quando

Resteranno i quattro colori, ma saranno vincolati a più indici. Sarà stabilito anche un numero minimo di tamponi da effettuare, proporzionale ai quattro livelli di incidenza

Tra i temi caldi anche le prospettive del settore wedding

Tra i temi caldi anche le prospettive del settore wedding

Da lunedì 17 cambierà la formula del monitoraggio che indica al governo in quale "zona" debba essere messa una Regione. Questo perché dovrebbero cambiare i parametri utilizzati per  la valutazione del rischio Covid in Italia, alla luce dell'aumento di vaccinazioni e in vista della stagione turistica.Il risultato, della Cabina di regia, probabimente sarà figlio di una serie di compromessi scientifici, politici e di Governo, e del confronto con le Regioni. L'esecutivo Draghi dovrebbe sostituire i vecchi indicatori o diminuirne il peso sostituendoli con gli indici di contagio e il tasso di occupazione degli ospedali, probabilmente le vaccinazioni, ritenuti dai governatori più corretti nel fotografare lo stato della pandemia.

"Serve - ha ribadito oggi Draghi - un un approccio graduale a seconda dell'andamento epidemiologico. E' fondamentale avere pazienza". E il premier  alla Camera ha parlato  di un "approccio graduale alle riaperture" dal wedding ai parchi tematici, fino al tema di palestre, piscine e i ristoranti al chiuso. Senza dimenticare il prolungamento del coprifuoco almeno sino alle 23 anche il centrodestra spinge per una chiusura alle 24 o per togliere ogni limite.  

Le proposte  dei governatori  sono in  un documento consegnato all'Esecutivo. Lo scopo è di entrare "un'ottica di superamento definitivo del sistema delle zone - come sottolinea il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga - e di garantire ai territori la necessaria tutela da repentini declassamenti". 

 

I colori

I quattro colori  almeno per il momento resteranno, ma saranno vincolati soltanto all'indice di contagio. Sarà stabilito anche un numero minimo di tamponi da effettuare, che sia proporzionale ai quattro livelli di incidenza: in zona rossa, che scatterebbe con oltre 250 casi Covid su 100mila abitanti, andrebbe effettuato un minimo di 500 tamponi. In arancione, tra i 150 e i 249 casi, il minimo è 250 . In gialla, tra i 50 e 149 casi, se ne effettuano almeno 150. In bianca, fino a 49 a casi, almeno 100. Ma il passaggio in zona rossa avverrebbe anche se il livello di occupazione di area medica ospedaliera e area intensiva arrivasse rispettivamente al 40% e al 30% (oppure, altra ipotesi, 30% e 20%), dunque con il calcolo del cosiddetto "Rt ospedaliero".

Venerdì intanto arriveranno i nuovi dati epidemiologici, regioni come il Molise, l'Umbria e la Sardegna riscontreranno numeri da regione bianca, ma le norme attuali prevedono che occorre essere in questa fascia per tre settimane, mentre in alcune regioni come la Campania e la Lombardia il numero dei contagiati sta aumentando.

Previsioni 

Da una prima proiezione sui dati attuali, se i nuovi parametri fossero già in vigore, le regioni sarebbero quasi tutte in fascia gialla, nessuna in arancione e un paio in zona bianca. Che si tratti di una "nuova fase" lo dice anche il ministro per la Salute, Roberto Speranza, per il quale adesso bisogna "adeguare il modello immaginando una maggiore centralità di indicatori quali l'incidenza e il sovraccarico dei servizi ospedalieri".

Wedding 

Il settore matrimoni è uno dei più penalizzati da inizio pandemia e lunedì sarà uno dei temi della cabina di regia del Governo.  "Sarà l'occasione per dare maggiori certezze ad un comparto che ha subito danni significativi",   ha  spiegato e Draghi. Da Forza Italia c'è la proposta di far ripartire il settore già dal primo giugno. A chiedere la "ripartenza di centri estivi e attività sportive soprattutto dilettantistiche", è invece il segretario del Pd, Enrico Letta.

Invocano certezze sulla riapertura anche i lavoratori del gioco legale, che in queste ore hanno manifestato in tutta Italia dopo oltre 300 giorni di stop: "Siamo i più penalizzati", dicono.

Tutte valutazioni che però non possono fare i conti con i dati giornalieri sulla pandemia che ieri ha segnato altre  262 vittime.