Lombardia in zona arancione? Il rischio c'è: ecco cosa può succedere

La regione per la terza settimana consecutiva in zona gialla, ma l'Rt è in risalita. La speranza è in un cambiamento dei parametri

La Lombardia teme la zona arancione

La Lombardia teme la zona arancione

Milano - Lombardia verso la zona arancione? Forse, ma se cambiano i parametri di definizione dei colori delle regioni potrebbe scampare questo pericolo. Dallo scorso 26 aprile, la regione è tornata in zona gialla provando a riacquistare una semi normalità dopo mesi di divieti e restrizioni per l'emergenza coronavirus. Adesso, però, potrebbe trovarsi nuovamente a fare i conti con regole più rigide. L'ultimo report dell'Istituto superiore di sanità ha fotografato una "classificazione complessiva di rischio" che viene definita "moderata", ma l'indice Rt è in risalita. 

Modifica Rt, mercoledì l'incontro Governo-Regioni

Lombardia, indice Rt 0.92

In Lombardia, l'indice Rt puntuale è di 0.92, in crescita dal momento in cui erano state decise le riaperture. Un Rt sopra l'1 potrebbe riportare - anche se non automaticamente - la regione in zona arancione, mentre superando l'1.25 si passa in zona rossa. Da qui, la classificazione di rischio moderato. Tiene, invece, per fortuna, l'incidenza su 100mila abitanti, che per ora è di poco superiore ai 110 e ben distante dalla soglia d'allarme dei 250. A preoccupare, però, è la pressione sugli ospedali, con le terapie intensive che sono ancora piene oltre il limite di guardia. 

Italia, indice Rt in diminuzione

Per quanto riguarda l'Italia intera, l'Iss ha sottolineato che "l’incidenza è in lenta diminuzione ma ancora elevata per consentire sull’intero territorio nazionale una gestione basata sul contenimento ovvero sull’identificazione dei casi e sul tracciamento dei loro contatti" e che "di conseguenza, è necessario continuare a ridurre il numero di casi anche attraverso le misure di mitigazione volte a ridurre la possibilità di aggregazione interpersonale e proseguire la campagna vaccinale per raggiungere rapidamente elevate coperture nella popolazione". E ancora: "Si osserva per la seconda settimana consecutiva un lieve aumento della stima dell’indice di trasmissibilità Rt medio calcolato sui casi sintomatici, che tuttavia rimane al di sotto della soglia epidemica".

Indice Rt, cambiano i parametri?

Ma l'indice Rt potrebbe subire dei cambiamenti: Governo e Regioni si incontreranno con il ministro degli Affari Regionali Mariastella Gelmini e Roberto Speranza, domani, per verificare la possibilità di una modifica dei parametri. L'obiettivo dei presidenti è quello di considerare non più l'indice di diffusione del contagio per l'attribuzione dei colori ma l'Rt ospedaliero. "E' la prima cosa da superare, è poco affidabile. L’indice da tenere in considerazione è l’Rt ospedaliero, che fa capire se aumentano o diminuiscono le richieste di ospedalizzazione", ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga.  Posizione condivisa dal presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, secondo il quale serve una "revisione": "Noi abbiamo un Rt che si sta avvicinando ad 1 però abbiamo il crollo dei ricoveri nei reparti covid e nelle terapie intensive". Anche Luca Zaia definisce "logico" rivedere i parametri puntando, invece, su "rt con sintomi e rt ospedaliero". Dello stesso parere la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini: "In sei settimane in Italia i contagi da Covid si sono dimezzati, ed è sensibilmente scesa l’età dei contagiati. Questo significa che la vaccinazione delle categorie più fragili sta funzionando, come dimostra il calo dei ricoveri nei reparti ospedalieri e nelle terapie intensive. Ma significa anche l’indice di trasmissibilità Rt in aumento non può essere più considerato il parametro di riferimento per decidere il colore delle regioni. Il dato vero è la pressione sugli ospedali, che fortunatamente è ovunque in calo".