Ecco 'Il regime dell'arte', la mostra dedicata alla Cremona fascista

Al Museo Civico Ala Ponzone, ripercorre la vicenda storica del concorso pittorico Premio Cremona

Un'immagine dell'allestimento

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Cremona, 19 settembre 2018 - Giovedì 20 settembre a Cremona inaugura la stagione espositiva con la mostra Il Regime dell'Arte, ospitata dal Museo Civico Ala Ponzone,  a cura di Vittorio Sgarbi e Rodolfo Bona. La mostra, mai allestita prima e che resterà aperta fino al 24 febbraio 2019, ripercorre l’interessante vicenda storica del Premio Cremona, il concorso pittorico voluto da Roberto Farinacci nel 1939 con l’intento di sostenere l’idea dell’arte come celebrazione dei valori e delle imprese del fascismo, a sostegno delle esigenze di propaganda ideologica del regime.

Un’esposizione innovativa allestita presso il Museo Civico, sede che ospitò due edizioni del Premio, quella del 1940 e quella del 1941. L’iniziativa cremonese consente, in modo sofisticato e imprevedibile, di ricostruire un preciso periodo storico con l’intento di riabilitare un’arte ripudiata e bistrattata, ritenuta impresentabile e indegna di attenzione, vittima di un giudizio inevitabilmente condizionato da quello negativo sul fascismo. “Con questa presenza aliena da ogni esaltazione del fascismo, e invece racconto di momenti di vita, il Premio Cremona rientra nella storia di alcuni momenti essenziali della nostra vita civile di quegli anni, raccontati da maestri che erano stati dimenticati o rimossi per un grave peccato di presunzione della critica. Oggi Cremona ripara quella ferita” ha dichiarato Vittorio Sgarbi. Per la prima volta sono radunate le opere dei numerosi autori che parteciparono al Premio Cremona tra cui Mario Biazzi, Giuseppe Moroni, Biagio Mercadante, Gian Giacomo Dal Forno, Remigio Schmitzer, Pietro Gaudenzi, Donato Frisia, Luciano Ricchetti, Evaristo Zambelli, Mario Beltrami. Il percorso espositivo si apre con una grande istallazione di dodici Radio Balilla, il mezzo privilegiato per la diffusione di messaggi politici e istituzionali durante il Regime. Il visitatore è dunque accolto dall’audio originale del comunicato con cui si annunciò l’istituzione del Premio Cremona  e con cui vennero invitati alla partecipazione tutti gli artisti italiani.

La mostra accoglie opere come l’Ascoltazione del discorso del Duce alla radio di Mario Biazzi in cui la verità del momento rappresentato ha l’evidenza di un film d’epoca; sullo stesso tema il Discorso della proclamazione dell’impero ascoltato dalla famiglia alla radio di Donato Frisia, dove il racconto di un episodio quotidiano si limita al documento di costume lasciando memoria di un momento della giornata come in un diario, e ancora Ascoltando alla radio il discorso del Duce di Cesare Maggi, uno dei protagonisti del secondo divisionismo, un’opera dinamica e moderna di ispirazione fotografica. Una delle opere protagoniste è indubbiamente Il Grano di Pietro Gaudenzi, un grande trittico murale che secondo Vittorio Sgarbi  «basta da solo per riabilitare il Premio Cremona». Un’opera maestosa, pura celebrazione del mondo contadino in cui risulta chiara la continuità con la grande tradizione quattrocentesca italiana. Tra le opere presenti anche la grande tela di Luciano Ricchetti intitolata In ascolto,  dipinta per la sede dell’Istituto fascista di Piacenza e successivamente tagliata in tante parti nel 1945, esposta nelle sue parti superstiti.  A congedare il visitatore si trova La Gioventù italiana del Littorio, l’impegnativa opera di Dilvo Lotti, di chiara influenza espressionista europea. Il Regime dell’Arte è un progetto di Contemplazioni, con la direzione artistica di Giovanni C. Lettini, Stefano Morelli e Sara Pallavicini, promosso e sostenuto dal Comune di Cremona.