Prima il governo, poi il reddito di cittadinanza

Siccome nessuno dei partiti ha la maggioranza assoluta, saranno necessari compromessi tra i vari punti di vista

DOMANDA:

CARO DIRETTORE, il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente dei vescovi europei, ha parlato in chiesa del reddito di cittadinanza augurandosi che non crei «una mentalità assistenzialistica». Tanti, infatti, temono che questo strumento sia solo un modo per dare soldi a chi non ha voglia di lavorare. Di Maio ha detto: «Niente soldi a chi sta sul divano». Meno male. Però non ho capito cosa ci sia di serio e di realistico sul reddito di cittadinanza. Forse è solo una promessa. V.B.

RISPOSTA:

IL CARDINALE ANGELO BAGNASCO ha accennato al reddito di cittadinanza a margine della Messa per il mondo del lavoro, celebrata nella cattedrale di San Lorenzo a Genova. E prima di lui ha parlato, sullo stesso tema, il direttore generale della Banca di Italia, Salvatore Rossi, in tv. «Bisogna capire se è compatibile con le coperture», ha voluto precisare. Segno che in molti hanno dubbi o riserve su quest’iniziativa. Ogni forza politica ha presentato programmi su questa materia. Siccome nessuno dei partiti ha la maggioranza assoluta, saranno necessari compromessi tra i vari punti di vista. E quindi tutte le proposte inusuali, avanzate in campagna elettorale, potrebbero subire stravolgimenti. Inutile, dunque, addentrarsi nei meccanismi di finanziamento del reddito di cittadinanza. Meglio riparlarne a governo insediato. Quando, cioè, sarà chiaro il nome del ministro competente e verranno resi pubblici i suoi orientamenti in materia. sandro.neri@ilgiorno.net