L'Europa sbagliata

Se i leader europei riflettessero a fondo sulle cause di questo malessere, darebbero risposte di sostanza e non di circostanza

Milano, 18 marzo 2018 - C'è, nelle opinioni pubbliche, uno scetticismo, che tende a divenire avversione, verso l’integrazione politica dell’Europa. Lo si vede in tutte le elezioni. Il crollo della popolarità di Macron in questi mesi è un segnale significativo. In Germania la Merkel ha subito una sconfitta drammatica. Il voto in Italia ha connotati simili. Se i leader europei riflettessero a fondo sulle cause di questo malessere, darebbero risposte di sostanza e non di circostanza.

Il comunicato di venerdì della Merkel e di Macron è sbagliato e contraddittorio. Dichiara che: «Il quadro europeo è profondamente scosso dalla Brexit e dalle elezioni italiane che hanno visto montare gli estremismi», il che è un giudizio superficiale, anche perché domani essi potrebbero trovarsi a dover trattare con queste forze. Con un po’ di cautela, i due leader potevano limitarsi a dirsi certi che l’Italia saprà rapidamente esprimere una soluzione di governo. Poi c’è una (finta) autocritica: «Le istituzioni europee – dicono – non hanno saputo rispondere né alla lunga crisi economica né alle sfide migratorie». Ovviamente, se questo fosse un giudizio meditato, cadrebbe l’accusa di estremismo per un voto che è manifestamente la reazione a politiche che gli stessi leader ora considerano insufficienti. E infine dopo l’autocritica viene la stanca ripetizione di un ritornello: «Avanzare insieme è più necessario che mai». Ed è qui soprattutto che si misura la superficialità dell’analisi.

È evidente che una parte importante dei problemi economici che generano il malessere nasce dall’aver voluto applicare le stesse regole e gli stessi tassi di cambio a Paesi con strutture diverse. Se è così, l’Europa non avrebbe bisogno di passi in avanti, ma di passi indietro, non di aumentare i vincoli, ma di allentarli. La road map di cui parla Macron va nella direzione opposta: perpetua i problemi e aggraverà, se approvata, il malessere delle pubbliche opinioni. E renderà fatale la crisi dell’integrazione europea.

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