I graffitari? Mandiamoli a pulire i muri

Nessuno chiede il pugno di ferro con conseguente incarcerazione dei graffitari. Almeno, però, che si trasmetta loro un minimo di insegnamento

LETTERA:

Caro Direttore, passeggiando per Milano continuo a vedere muri sfregiati dai graffiti: non risparmiano neppure chiese e scuole. Forse, nonostante le denunce di turno, non è stato fatto mai abbastanza per tutelare il decoro ed educare i giovani a una sensibilità diversa. E a pagare il conto sono i privati cittadini. Piero, da ilgiorno.it

RISPOSTA: 

Non so se dipenda dalla fine del lockdown e dalla revoca delle restrizioni più pesanti. Di certo, però, nelle ultime settimane è ricominciato il cosiddetto turismo dei graffiti. Sono stati fermati con le bombnolette spray in mano spagnoli e tedeschi in allegra trasferta a Milano. Come mai proprio qui? Forse perché consapevoli della possibilità di venire rapidamente scarcerati dopo un eventuale arresto in flagranza. Infatti imbrattare i muri è reato e come tale prevede una punizione a regola di legge. Nessuno chiede il pugno di ferro con conseguente incarcerazione dei graffitari. Almeno, però, che si trasmetta loro un minimo di insegnamento, per esempio destinandoli a lavori socialmente utili. E, in particolare, a ripulire quegli stessi muri imbrattati da loro o dai loro sodali. Come racconta la Cronaca del «Giorno», a Milano una scuola su tre ha i muri imbrattati. E lo scempio non risparmia edifici storici di inizio Novecento che restano deturpati finché il Comune o, più spesso, cittadini volontari non si occupano di ripulirli. Sarebbe auspicabile fare qualcosa. E tra i possibili interventi sarebbe bello che il tema entrasse nei programmi dei corsi di educazione civica nelle scuole. sandro.neri@ilgiorno.net