Josè Palomino, oggi il processo antidoping: la sentenza entro pochi giorni

Il difensore dell'Atalanta, trovato positivo al clostebol metabolita, è stato ascoltato al Tribunale Nazionale Antidoping: "Ribadita la mia posizione, voglio tornare in campo"

Il difensore José Luis Palomino

Il difensore José Luis Palomino

Bergamo, 4 novembre 2022 - Nel giro di pochi giorni, forse già entro la settimana prossima, Josè Luis Palomino conoscerà l’esito della sua complessa vicenda giudiziaria sportiva. Il 32enne difensore centrale argentino, sospeso da luglio per una positività al clostebol metabolita, riscontrata in un controllo effettuato dagli ispettori a inizio luglio, oggi è stato ascoltato a Roma in un’udienza durata quasi tre ore al Tribunale Nazionale Antidoping.

Palomino, che rischia una squalifica fino a due anni (che decorrerebbe dallo scorso luglio) era già stato ascoltato una prima volta ad agosto, prima della decisione di rinviarlo a giudizio. Due testimonianze in cui il calciatore argentino ha ribadito la sua versione dei fatti. Al termine dell’udienza il giocatore dell’Atalanta ha parlato con i giornalisti.

"Ho parlato con il giudice e ho ribadito la mia posizione, adesso aspettiamo e spero che tutto finisca subito. Sono tranquillo. Io ho spiegato cosa mi è successo, ma sono fiducioso. Voglio tornare in campo". Nel caso di proscioglimento l’argentino, potrebbe rientrare in campo già il 4 gennaio alla ripresa del campionato.

La camera di consiglio del tribunale antidoping si è riunita subito dopo l'udienza, ma la sentenza dovrebbe arrivare a inizio della prossima settimana. Sul caso oggi è intervenuto anche il tecnico atalantino Gasperini, esprimendo la sua solidarietà al giocatore nella conferenza stampa della vigilia pre partita contro il Napoli: "Cosa ci aspettiamo dalla sentenza di Palomino? Buon senso. La legge non ammette ignoranza, ma è un evidente caso di un giocatore di 32 anni che non è mai stato coinvolto in niente di simile. Ha fatto un errore, ma spero - ha chiosato Gasp - che ci sia un po' di buon senso, non merita di finire la carriera con questa etichetta".