Gallarate, 3 febbraio 2014 - Assalto con colpi di arma da fuoco a un furgone della polizia penitenziaria a Gallarate: il commando armato di kalashnikov ha liberato dal furgone un detenuto, Domenico Cutrì. A terra è rimasto un bandito - Antonino - fratello dell'evaso, ucciso nella sparatoria (e portato in ospedale a Magenta dalla madre che ora sentita dai carabinieri). Feriti due agenti della polizia penitenziaria. I carabinieri hanno disposto posti di blocco in tutta la provincia di Novara, in particolare al confine tra Piemonte e Lombardia. In serata un altro dei fratelli di Domenico Cutrì è stato trasportato anche lui in ospedale a Magenta, perché ferito a un piede.

L'attacco è avvenuto in via Milano vicino al Tribunale verso le 15. Nella sparatoria sono stati esplosi una trentina di colpi. I banditi erano armati di kalashnikov. I due agenti feriti non sono in gravi condizioni. Uno ha riportato un trauma cranico perchè spinto dalle scale del Tribunale, l'altro ha avuto problemi agli occhi perchè gli è stato spruzzato contro dello spray urticante da un bandito. Le prognosi sono di 8 e 15 giorni.

LA RICOSTRUZIONE - Gli assalitori (che pare fossero quattro) sono arrivati su due auto distinte: una delle vetture è stata abbandonata e al suo interno era piena di armi. Il mezzo, arrivato a Gallarate, con 4 agenti di scorta, è stato affrontato davanti al Tribunale da due banditi. Domenico Cutrì era appena sceso dal furgone delle polizia penitenziaria e gli agenti lo stavano accompagnando all'interno del Tribunale, dove avrebbe dovuto partecipare a una udienza.

In quel momento sono arrivati i banditi con le armi in pugno. che avrebbero preso in ostaggio un cittadino (non trova però riscontro tra i dettagli forniti dalla polizia di Varese) e che minacciando i poliziotti con kalashnikov hanno intimato agli agenti di lasciare le armi a terra. Uno di loro ha spruzzato dello spray urticante negli occhi di uno dei poliziotti. Un altro agente e' stato spinto giu' dalle scale del Tribunale, e nella caduta ha riportato un lieve trauma cranico. Hanno così fatto evadere il detenuto.

Successivamente gli agenti hanno ripreso le armi ed è iniziato un conflitto a fuoco. L'Osapp riferisce che i poliziotti sono stati raggiunti da colpi di kalashnikov, cui è seguito un lungo conflitto a fuoco. Gli assaltatori hanno abbandonato un'auto carica di armi e a quel punto Domenico Cutrì è evaso a bordo di una Citroen C3 nera. Sulla vettura sono saliti anche due dei banditi feriti nella sparatoria. Uno, Antonino, è morto, l'altro si è costituito ed è stato portato in ospedale in serata a Magenta.

MORTO UN BANDITO - Antonino Cutrì, il fratello di Domenico, era rimasto ferito durante il blitz ed è morto davanti all'ospedale Fornaroli di Magenta. Sarebbe stato raggiunto dai colpi durante la fuga, in seguito alla pronta reazione degli agenti. L'uomo viveva a Trecate (Novara). Ed è stato portato in ospedale dalla madre: i banditi infatti avrebbero portato il ferito nella sua casa di Inveruno affidandolo alla madre che lo ha subito portato in ospedale. Dove l'uomo è arrivato già privo di vita. Antonino Cutrì 30 anni, in passato era gia' stato arrestato per reati come il possesso di armi e di droga.

L'EVASO - La persona liberata, Domenico Cutrì era detenuto nel carcere di Cuneo ed era stato trasferito venerdì a Busto Arsizio per andare al Tribunale di Gallarate lunedì, dove era in programma un'udienza di un processo sull'emissione di assegni falsi. L'uomo stava già scontando una pena non definitiva per omicidio. Pare infatti che Cutrì fosse il mandante dell’omicidio di Lukasz Kobrzeniecki. L'avrebbe fatto eliminare perché riteneva avesse importunato la sua fidanzata. Le ricerche dell'evaso sono state estese anche alla Calabria nell'ipotesi, che l'ergastolano possa avere trovato rifugio o appoggi anche nella regione. La famiglia è originaria della provincia di Reggio.

CACCIA ALL'UOMO - La polizia ha diffuso l'identikit della macchina usata per la fuga. E' una C3 di colore nero targata EM197ZE. In tutta la provincia di Varese e ditorni è scattata un'immediata caccia all'uomo che vede impegnati tutti i corpi delle forze dell'ordine.

LA TESTIMONIANZA I quattro agenti sono stati già dimessi dall'ospedale di Busto: "E’ stato tutto velocissimo, noi abbiamo cercato soprattutto di evitare rischi inutili e limitare le conseguenze ad altre persone". Il segretario della Uilpa Nazionale Angelo Urso si è complimentato con loro: "Sono stati davvero bravi, hanno pensato a proteggersi ma anche a proteggere l’ostaggio e altre persone che avrebbero potuto restare coinvolte".

CANCELLIERI - Sul caso è intervenuto anche il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri: "Il fatto di oggi è fortissimo, drammatico di cui non conosciamo ancora tutti gli aspetti. Quello che voglio fare e lo farò da subito è ampliare l'utilizzo delle video conferenze: già i detenuti per il 41bis non vanno in udienza, i detenuti più pericolosi non andranno in udienza". Il titolare del dicastero ha poi aggiunto: "Su questo dobbiamo vincere le resistenze anche culturali, di difesa dell'imputato. Se l'imputato è pericoloso è bene che non esca dal carcere, nemmeno per essere tradotto in udienza", ha concluso Cancellieri. "Sto seguendo il fatto, nella sua evoluzione, in costante contatto con i vertici del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria. Spero che al più presto l'ergastolano evaso e la banda complice, venga assicurata alla giustizia grazie al lavoro di tutte le Forze di Polizia".