Cardano al Campo, 23 luglio 2013 - «No, gli occhi no. Sono l’unica cosa che le era rimasta viva». Le è stato accanto con il padre per l’intera notte, le ha letto il libro che non era riuscita a finire, le ha fatto l’ultimo regalo di un esame universitario superato con lode. È il più deciso a incoraggiare gli altri per l’espianto degli organi, tranne gli occhi che per giorni sono stati il tramite fra la mamma e loro. Massimo è il figlio forte di una madre fortissima.

Non ce l’ha fatta Laura Prati, 48 anni, sindaco Pd di Cardano al Campo, a una ventina di chilometri da Varese. Il 2 luglio, in municipio, insieme con il vicesindaco Costatino Iametti, era stata ferita con due colpi di 7.65 all’addome e a una gamba da Giuseppe Pegoraro, l’ex vicecomandante della polizia locale che voleva vendicarsi per la sospensione dal servizio: con altri dipendenti comunali era stato condannato per una disinvolta timbratura dei cartellini di servizio. Il 9 luglio le sue condizioni si erano improvvisamente aggravate, dopo un intervento radiologico, per un’emorragia provocata forse da un aneurisma congenito.

Alle 14.30, al reparto di neurorianimazione dell’ospedale di Circolo di Varese, Laura Prati viene dichiarata morta, trascorse le sei ore di legge dall’encefalogramma che ha accertato la morte cerebrale. Alle 19 l’espianto degli organi: il cuore è già atteso al Niguarda di Milano, i reni rimangono a Varese, il fegato (se sarà ritenuto idoneo) andrà a Bergamo. Unanime il cordoglio per la morte della «sindaca». Esprime solidarietà e commozione con un messaggio ai cardanesi e alla famiglia il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Giuseppe Poliseno è il marito di Laura. Racconta con dolcezza gli ultimi giorni della sua compagna. Gli sono accanto i genitori di Laura. «Giovedì sera ha avuto uno spasmo violento, per una vasocostrizione. Ha perduto coscienza. I medici ci avevano detto che dopo l’emorragia del 9 era immobilizzata dal cervelletto in giù. Lei lo aveva capito, aveva capito perfettamente di non riuscire a muoversi. Noi cercavamo di tenerla su di morale, ma ogni volta le si inumidivano gli occhi». Gli occhi di Laura. Il suo legame con i familiari, con la vita in fuga. «Venerdì Massimo aveva l’esame di diritto del lavoro. ‘Papà, se non ce la faccio?’. Ce l’ha fatta: 30 e lode. Lo ha comunicato alla mamma che gli ha detto ‘bravo’ con gli occhi. Sabato è sopraggiunta anche una crisi respiratoria, è stato il black out. Ieri mattina (domenica - ndr) l’encefalogramma ci ha tolto le ultime speranze».

Padre e figlio le sono accanto nella sua ultima notte. Massimo legge ad alta voce «Il buio oltre la siepe», il romanzo di Harper Lee che Laura aveva iniziato a leggere in ospedale a Gallarate quando, superato l’intervento di emergenza, pareva migliorare, parlava, rievocava lucidamente l’accaduto.

«Laura — dice il marito — era convinta della donazione degli organi. ‘Se mi succede qualcosa, voglio che qualcosa di buono di me rimanga’». La mamma del sindaco esita un po’, è Massimo il più deciso. Laura Prati, sindaco di Cardano dal 2012, se ne va con un sogno irrealizzato. «Diceva — ricorda Giuseppe — che era il momento di cambiare il paese, che come sindaco voleva lasciare il segno».

Giuseppe Pegoraro, il vigile che in una mattinata di fuoco e follia ha voluto trasformarsi in Terminator, verrà indagato per omicidio volontario.

di Gabriele Moroni