traona, 31 luglio 2013 - Un primo troncone della maxi-inchiesta aperta dalla Procura di Sondrio nell’ottobre di tre anni fa su Traona si è chiuso. In questi giorni da Palazzo di giustizia del capoluogo valtellinese sono stati spediti ai diretti interessati gli avvisi di conclusione indagine, l’atto che solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio dei magistrati. Questo spezzone riguarda l’appalto per la videosorveglianza del paese - una partita da circa 17 mila euro, se non siamo stati informati male - e ha fatto finire nei guai il sindaco Marco Belli, la Giunta comunale e il tecnico comunale Gianni Azzalini.

Il sistema di telecamere posizionate per garantire più sicurezza ai residenti del paese della Costiera dei Cech - secondo le indagini della sezione della Polizia di Stato e di quella dei Carabinieri in forza alla Procura, coordinate dal procuratore Fabio Napoleone - avrebbe dovuto avere un vincitore stabilito a tavolino dai pubblici amministratori. Questi ultimi - sempre secondo l’inchiesta durata parecchi mesi e per quanto concerne questo filone rimasto a lungo «blindato» quanto a notizie - avrebbero pensato di assegnare la commessa all’impresa la «Rete», specializzata in impianti telematici e di sicurezza con sede a Morbegno il cui titolare non è comunque indagato. L’appalto sarebbe stato «taroccato», ovvero costruito su misura per farlo vincere all’azienda dell’imprenditore Mafezzini, ma poi l’offerta molto conveniente presentata da una ditta con sede fra Brescia e Bergamo ha spiazzato tutti.

Ciò non toglie che il magistrato per il primo cittadino Belli e gli assessori del Comune traonese - che da sempre, quando si aprì l’inchiesta con diverse ipotesi di reato hanno con forza respinto qualsiasi sospetto sul loro operato - chiederà al Giudice delle udienze preliminari il rinvio a giudizio con l’imputazione di turbativa d’asta. Dal momento in cui gli indagati riceveranno l’avviso di conclusione indagine, avranno tempo 20 giorni per presentare una memoria difensiva e chiedere di essere interrogati per presentare la loro versione dei fatti.

Dunque, mentre prosegue l’inchiesta per corruzione e concussione a carico dell’ex sindaco di Dubino, Stefano Barri, che ha portato di recente all’emissione di altre 7 misure cautelari (seppure molto soft) a carico di altrettanti imprenditori della Bassa Valle e alla convocazione in Tribunale dell’ex sindachessa e assessore Rosa Barri per essere ascoltata come testimone nella vicenda, fa un deciso passo avanti l’inchiesta sul presunto «sistema Traona» che vede 17 fra pubblici amministratori, liberi professionisti e funzionari indagati a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di diversi reati fra i quali corruzione, peculato, truffa aggravata e frode in pubbliche forniture.