Incatenati davanti alla Prefettura i 7 operai Marcegaglia di Sesto

Al tavolo i sindacati hanno portato diverse prossibilità di compromesso per i lavoratori in cassa che non accettano il trasferimento nello stabilimento di Pozzolo Formigaro. "Nessuna risposta per ora, ma il confronto è stato positvo". E intanto i colleghi inscenano uno show di portesta per solidarietà

Gli operai incatenati per solidarietà

Gli operai incatenati per solidarietà

Sesto San Giovanni (Milano), 7 giugno 2016 - E' ripreso in Prefettura il confronto tra sindacati e direzione aziendale della Marcegaglia, sui sette lavoratori che, alla chiusura dello stabilimento di viale Sarca, avviata due anni fa, non avevano accettato l'incentivo all'esodo né seguito i colleghi nel trasferimento a Pozzolo Formigaro, dove tuttavia dovrebbero riprendere servizio dal 15 giugno, pena il licenziamento. I sette operai la scorsa settimana si erano incatenati ai cancelli della Marcegaglia buildtech, in via Giovanni della Casa, protesta interrotta con la richiesta bilaterale di un tavolo in prefettura. A sostegno dei sette lavoratori, alcuni operai hanno riproposto la protesta incatenandosi in strada.

Sul tavolo delle trattative, le ipotesi messe sul piatto dai sindacati Fim, Fiom e Cub che hanno rimarcato come, in due anni, l'azienda non sia riuscita a ricollocare nemmeno uno dei sette lavoratori, finiti nel frattempo in cassa integrazione nella speranza di essere "riassorbiti" nelle sedi lombarde di Corsico, Lainate, Lomagna e Boltiere. Tre le strade ipotizzate: la prima, il trasferimento in uno dei quattro stabilimenti vicini; in alternativa, il trasferimento a Pozzolo, alle stesse condizioni dei colleghi che usufruiscono di una navetta aziendale, in attesa però che si liberino posti in Lombardia; oppure la riduzione da tempo pieno a part-time, che implicherebbe minori costi per l'azienda. In ogni caso, il "congelamento" della lettera di trasferimento, tanto più che il secondo incontro in prefettura è stato fissato per il 14 giugno.

"Finora un no a tutte le proposte, anche di sospendere il trasferimento a nostre spese - ha detto Massimiliano Murgo, della Rsu Fiom -. L'incontro comunque è stato positivo, grazie alla prefettura, che ci ha fatto riprendere fiducia nelle istituzioni e nella possibilità di trovare una soluzione. Sappiamo che nelle sedi più vicine ci sono state fuoriuscite di personale e si fa ricorso a straordinari. Un'azienda che, seppure in cordata, si appresta a risolvere i problemi di 16mila lavoratori dell'Ilva, non riesce qui a ricollocarne sette ci sembra un paradosso. Speriamo che non ci mettano in condizione di diventare sette disperati". Già l'anno scorso gli operai, salendo sul tetto, avevano occupato lo stabilimento per una settimana.