Paderno, la giustizia si arrende sul caso Barton. La sua scomparsa resterà un mistero

Archiviate le indagini sull’imprenditore introvabile dal settembre 2013

Geoffrey Barton scomparso e irrintracciabile da oltre 2 anni

Geoffrey Barton scomparso e irrintracciabile da oltre 2 anni

Paderno Dugnano (Milano), 7 marzo 2016 - Dopo oltre due anni di accertamenti e ricerche, l’indagine sulla scomparsa di Geoffrey Page Barton è stata definitivamente archiviata. Così, ancora oggi, che fine abbia fatto il facoltoso imprenditore padernese, 46 anni e di origine australiana, sparito il 21 settembre 2013 da Cernobbio, rimane un mistero. Non può esserci altro termine per definire questa vicenda, i cui tentativi di ricostruzione, hanno portato a un unico risultato: il nulla. Oggi come allora, le ipotesi su cosa possa essere accaduto quel sabato, rimangono le stesse. Si va dalla scomparsa volontaria, al suicidio, al malore o a un incidente avvenuto in un luogo impervio o non facilmente accessibile, fino a una aggressione per i più svariati motivi, o a una morte violenta.

Potrebbe valere tutto, perché nessun elemento è mai intervenuto a orientare un’idea piuttosto che un’altra. Titolare della Imx di Paderno Dugnano - che dopo la sua scomparsa è andata incontro alla chiusura – Barton era uscito dalla sua abitazione di Rovenna, frazione di Cernobbio, la mattina del 21 settembre alle 10.15. A piedi ha raggiunto il centro del paese, dove risiedeva da tempo e dove conviveva con la sua compagna italiana. Allo sportello bancomat aveva prelevato 250 euro, per poi tornare a casa, dove aveva lasciato il contante. Da quel momento, di lui non si è più saputo nulla. Il suo cellulare aveva suonato a vuoto per ore, fino alle 19.30 di quello stesso giorno, quando si era spento, molto probabilmente per aver esaurito la batteria.

I carabinieri hanno ricostruito che l’ultima cella agganciata era quella Seveso, in Brianza, a una decina di chilometri da Paderno Dugnano: probabilmente stava andando verso l’azienda, ma nessuno lo ha mai visto arrivare. Il sostituto procuratore di Como Antonio Nalesso, aveva aperto un fascicolo, disponendo ogni accertamento possibile.

I carabinieri del Nucleo Investigativo di Como hanno mappato i telefoni, cercato e sentito testimoni, valutato la fondatezza di alcuni ipotetici avvistamenti, tra cui quello di un ex dipendente, ma nessuno di questi elementi aveva portato a qualcosa. Erano state fatte verifiche sulle società in cui aveva interessi: tra cui una comasca riconducibile all’imprenditore australiano, che si occupava della realizzazione della rivista turistica «Lake Como Lifestyle Magazine».

Anche la compagna di Barton e i parenti, rintracciati in giro per il mondo, non sono stati in grado di essere di aiuto. Tutta la sua vita è stata ricostruita, tranne quelle ultime ore. Ora le indagini sono state archiviate, pronte tuttavia a essere riaperte nel caso in cui dovesse giungere un nuovo e significativo elemento.