Bresso, 24 ottobre 2014 - Ancora incertezza a Bresso sull’origine dei sei casi di legionella: uno di questi è risultato mortale. Vittima un ultrasettantenne, che aveva già gravi problemi di salute, deceduto in ospedale. Ecco la situazione per gli altri cinque, tutti anziani, sempre over settanta: tre sono stati dimessi, mentre due sono ancora ricoverati, di cui uno grave. Tutti si erano presentati nei giorni scorsi al pronto soccorso con febbre e polmonite. Comune di Bresso, Asl e la società Cap Holding, che gestisce la rete idrica, sono al lavoro per capire come abbia potuto diffondersi il batterio. A preoccupare i tecnici e i medici sono sia il numero di casi, ben sei, sia il periodo di diffusione, una ventina di giorni; a Bresso vivono poco più di 26mila persone su un territorio di circa 3 km quadrati. In Italia, in un anno sono circa 1.300 i casi, mentre nel milanese la cifra sfiora il centinaio. Un passo avanti c’è stato: dopo i 26 prelievi effettuati da Asl nelle abitazioni e dalle fontane pubbliche, è stata circoscritta un’area con un raggio di 500 metri che comprende, a grandi linee, il centro storico cittadino e una parte del rione sud-ovest.
Il sindaco di Bresso, nella conferenza in municipio con Asl e Cap, ha indicato le vie. Per la precisione: i casi sono finora sei, localizzati in sei edifici differenti, in sei strade diverse: «I bressesi con la legionella vivono nelle vie Ariosto, Roma, Savino, Didoni, Lillo del Duca e Tagliabue. – inizia Vecchiarelli –. Abbiamo diffuso due comunicati con alcune norme di comportamento a titolo precauzionale. Ma l’acqua del rubinetto si può bere. La legionella non si trasmette attraverso gli alimenti e da persona a persona (ma inalando vapore acqueo infetto, ndr). Ho firmato un’ordinanza che invita gli amministratori dei condomini interessati a sanificare gli ambienti comuni degli edifici». Intanto, si fa chiarezza sulle tempistiche della diffusione: il primo caso è di fine settembre, in via Ariosto, con paziente già dimesso dall’ospedale. Il decesso, invece, riguarda il secondo. L’ultimo riscontrato è dello scorso lunedì. C’è anche un primo elemento utile per le indagini.
Sembra che l’uso della doccia sia stato un fattore importante, certamente per il primo caso di via Ariosto: «Il batterio era nella casa – continuano Andrea Conti e Giorgio Cicognari di Asl – Stiamo aspettando gli altri campionamenti già eseguiti sugli altri casi. Ci vorrà qualche giorno». Infine, Cap ha già provveduto a fare la sua parte sulle tubature dell’acquedotto: «C’è in corso un forte processo di sanificazione della rete. – conclude Tommaso Bertani di Cap –. Per una decina di giorni ci sarà un’attività di clorificazione dei sistemi di filtraggio e dei vari pozzi di Bresso. Non ci sono disservizi per la popolazione; i pozzi in questione sono stati staccati e l’acqua giunge direttamente dai Comuni vicini come Paderno Dugnano».