Con Sgarbi alla scoperta dell’arte Ecco i 14 Padiglioni della cultura

Il critico firma il palinsesto della Regione. «Cenacolo aperto di notte». Da Leonardo a Bramante fino ai Futuristi e De Chirico. Nel tour i concerti alla Scala di Sandro Neri

Vittorio Sgarbi e Roberto Maroni

Vittorio Sgarbi e Roberto Maroni

Milano, 21 agosto 2014 - Non si stanca di ripeterlo: «Milano è la quarta città d’arte d’Italia, dopo Roma, Firenze e Venezia», spiega Vittorio Sgarbi, citando «la più straordinaria prospettiva architettonica di tutti i tempi, quella di Santa Maria presso San Satiro», la Pietà Rondanini di Michelangelo, poi le opere di Raffaello, Caravaggio, Tiepolo, fino ad arrivare ai Futuristi e a De Chirico. E poco importa che «si sia persa una grande occasione, quella di organizzare una mostra su Leonardo». L’Expo alle porte è comunque un’occasione per «valorizzare Milano come capitale della cultura», spiega Roberto Maroni.

Che a Sgarbi, nelle scorse settimane nominato ambasciatore dell’Expo per conto di Regione Lombardia, ha affidato la stesura di un percorso nei tesori di Milano in 14 tappe. O, per dirla con le parole del governatore, «in 14 Padiglioni tematici legati alle belle arti e alla cultura». Una proposta «concreta e piena di fascino, che rappresenta il contenuto culturale di Expo 2015». E anche un tavolo di lavoro che possa coinvolgere, insieme alla Regione, tutte le istituzioni. «In particolare il ministero dei Beni e attività culturali e del Turismo e il Comune di Milano - precisa Maroni - Già all’inizio di settembre intendo parlare con il ministro Dario Franceschini (con il quale abbiamo già avuto una serie di incontri nei quali sono state illustrate anche alcune di queste iniziative) e con Palazzo Marino».

Valorizzazione del patrimonio esistente e organizzazione di mostre ed eventi pensati per l’occasione, i due binari sui cui si muove il palinsesto firmato Vittorio Sgarbi. Punto di partenza, il Castello Sforzesco. «Un simbolo - lo definisce il critico d’arte - che come tale non merita d’essere nascosto, come successo con l’Expo Gate». E un simbolo è anche Stendhal, «l’anima dell’Expo»: «Era così innamorato dell’Italia, da aver voluto la parola “milanese” scritta sulla sua tomba».

Ed è proprio a Stendhal che è dedicato uno dei «Padiglioni» dell’itinerario. Gli altri portano i nomi di Bramante, Antonello da Messina, Michelangelo, Raffaello e Caravaggio. «Quando Napoleone ha concepito il Louvre, ha concepito Brera: Milano e Parigi sono la stessa cosa», osserva Sgarbi, ribadendo la richiesta, sua e del governatore lombardo, di portare nel sito dell’Expo i Bronzi di Riace. «Un simbolo universale, e l’Esposizione universale l’ha vinta Milano, non Reggio Calabria». Le due sculture dovrebbero rappresentare il primo Padiglione della lunga serie, che include anche i concerti della Scala e di Mito, le opere dei Futuristi al Museo del Novecento («Milano è la città che sale, e l’Expo 2015 ha le sue radici in quel movimento») e i Bagni Misteriosi di Giorgio De Chirico nei giardini della Triennale.

Ambizioso il progetto che ruota intorno a Leonardo: «Bisogna portare a 50 persone a blocco il numero dei visitatori del Cenacolo, prolungando l’apertura fino alle tre di notte: potremmo arrivare a 5-600.000 presenze in sei mesi». Con una novità a corollario: l’esposizione della Bella Principessa di Leonardo a Palazzo Bagatti Valsecchi. «Ci sono questioni di carattere burocratico che andranno risolte - avverte Maroni - ma la Regione è disposta a investire risorse economiche». Sul tavolo contributi per 10 milioni di euro e un secondo palinsesto culturale a respiro regionale.