Milano, 16 maggio 2012 - Umberto Bossi è indagato per truffa ai danni dello Stato e appropriazione indebita dalla procura di Milano nell'ambito dell'inchiesta sui fondi della Lega. Indagati anche i figli Renzo - già dimesso dal Consiglio regionale lo scorso 9 aprile - e Riccardo per le 'spese personali' che avrebbero sostenuto con i fondi sottratti alla Lega dall'ex tesoriere Francesco Belsito, indagato in concorso. Per i due figli i pm contestano l'aggravante del danno di rilevante entità. Riccardo e Renzo Bossi avrebbero intascato una 'paghetta' fissa intorno a 5.000 euro al mese, prelevata dai soldi dei rimborsi elettorali. Dagli atti dell'inchiesta milanese emerge che in una lettera a Belsito per una richiesta di fondi, trovata nella cassaforte a Roma dell'ex tesoriere, Riccardo Bossi scrive: ''Ne ho parlato oggi con papà''. Si tratta di una 'lista della spesa' che Riccardo Bossi presenta specificando di averne già parlato col padre.

Al leader del Carroccio è stata notificata un'informazione di garanzia nella sede di via Bellerio dove l'ex segretario era sin dalle prime ore della mattina e che ha lasciato poco dopo le 20. Il quinto iscritto nel registro degli indagati è Paolo Scala con l'ipotesi di riciclaggioRenzo Bossi invece è partito ieri per il Marocco insieme alla fidanzata, all'ex assessore lombardo Monica Rizzi e al compagno di quest'ultima

NELLA BUFERA IL SENATORE STIFFONI - Con loro è indagato anche il senatore Piergiorgio Stiffoni, ex tesoriere del Carroccio, con l'accusa di peculato - la cui posizione sarà trasmessa a Roma per competenza -.Il 64enne si era dimesso dalla carica di segretario amministrativo del gruppo in Senato il 28 aprile scorso e dopo tre giorni era stato espulso. Sulla sua posizione hanno pesato le dichiarazioni del capogruppo della Lega in Senato, Federico Bricolo. Quest'ultimo, nelle scorse settimane, era stato sentito dai pm titolari del fascicolo sui conti della Lega Nord e aveva espresso dubbi sulla gestione dei fondi del partito al Senato, sul cui conto Stiffoni aveva la firma. Per Bricolo qualcosa nei conti non tornava e alla luce delle sue parole e degli accertamenti fatti, Stiffoni è stato indagato per peculato. 

PM NON SI FERMANO QUI - Le posizioni di Rosi Mauro e della moglie di Umberto Bossi, Emanuela Marrone, entrambe non indagate, sono ora al vaglio degli inquirenti milanesi. In particolare i magistrati cercano di fare luce sulle ‘uscite’ effettuate a favore del Sinpa e della scuola Bosina. In particolare in una telefonata intercettata, ora agli atti dell’inchiesta, gli interlocutori fanno riferimento ad una somma di 300mila euro ‘parcheggiata’ in contanti per la scuola. 

L'IMPIANTO ACCUSATORIO -  Il leader della Lega Umberto Bossi era "consapevole" delle sottrazioni di fondi dai rimborsi elettorali della Lega. Lo ritengono i pubblici ministeri di denaro che lo hanno indagato per concorso in truffa ai danni dello Stato in relazione alla sottrazione di fondi dai 18 milioni dei rimborsi elettorali stanziati per il partito nel 2011.

Secondo gli inquirenti, Umberto Bossi, come legale rappresentante del partito, risponde di truffa ai danni dello Stato in concorso con l'ex tesoriere Francesco Belsito per le finalità diverse rispetto a quelle di partito con le quali sono stati utilizzati i soldi dei rimborsi elettorali, in particolare del luglio 2011. A determinare gli inquirenti sono state anche le dichiarazioni di Nadia Dagrada, dirigente amministrativo della Lega, la quale a verbale ha dichiarato che Umberto Bossi era la persona che firmava i bilanci e i rendiconti della Lega

RENZO BOSSI IN MAROCCO - Renzo Bossi si difende dall'accusa di aver ricevuto una 'paghetta' mensile in contanti: "Non ho mai preso un euro", ha detto il figlio del Senatur, che conferma di sentirsi "sereno", e di, confidare, "nella magistratura e soprattutto, con questo atto giudiziario, avro' finalmente la possibilita' di difendermi e di dimostrare a tutti la mia totale estraneita' rispetto alle accuse che mi verranno mosse".

"Ho appena appreso - ha proseguito - velate allusioni sul mio viaggio  in Marocco. Questo viaggio l'avevo organizzato diversi mesi fa, ma per motivi di lavoro e per impegni del movimento l'ho dovuto rimandare. Oggi che mi sono dimesso, posso concedermi tre giorni di vacanza con la mia compagna e i miei amici".

"UN ATTO DI GARANZIA" - In un incontro con i giornalisti il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati e iI pm Paolo Filippini, che indagano sui fondi della Lega, hanno spiegato che l'iscrizione nel registro degli indagati di Umberto Bossi con l'accusa di truffa ai danni dello Stato è "un atto di garanzia che dovrà comportare degli approfondimenti". Approfondimenti che, hanno precisato gli inquirenti, sono collegati ad accertare se effettivamente il denaro ottenuto grazie al meccanismo dei rimborsi elettorali sia stato utilizzato per esigenze personali dagli altri indagati, a cominciare dall'ex tesoriere Francesco Belsito. 

LE REAZIONI

LO SFOGO DI CAPITAN FUTURO - ''Voglio una LEGA UNITA, voglio una LEGA FORTE, voglio una LEGA VIVA. Una Lega che si concentra sulle cose da fare e non sulle menate interne, che progetta e governa, che da' risposte. LARGO AI GIOVANI E A CHI E' CAPACE. Per faccendieri, ladri e ciarlatani non c'e' posto nella Lega del futuro''. Lo ha scritto Roberto Maroni su facebook. "Lo conosco da una vita, sono certo, ultracerto della sua totale buona fede" ha detto l'ex ministro dell'Interno prima di iniziare un comizio a Senago in vista del ballottaggio. Maroni ha aggiunto di essere "moltorattristato" dalla notizia dell'avviso di garanzia e ha detto di avere sentito oggi il Senatùr "molto giù".

ZAIA CON I PIEDI DI PIOMBO - Luca Zaia, presidente della Regione Veneto e leghista di primo piano, commenta le informazioni di garanzia che hanno raggiunto stamattina il presidente del Carroccio, Umberto Bossi, e i figli Renzo e Riccardo. "Apprendo la notizia dalle agenzie di stampa: mi sembra di capire che questi eventi rappresentino l'epilogo di tutto quello che si e' letto e visto in tutte queste settimane", ha spiegato.

IL CAPOGRUPPO, FEDELE SCUDIERO - "Chiunque conosca Bossi, ne conosce lo stile di vita: tutto ha fatto fuorchè arricchirsi, chi dice il contrario, mente". Ne è convinto Matteo Salvini che rilancia: "Anche i sassi in Lombardia hanno capito che contro la Lega è in corso un attacco bestiale. Qualcuno ha sbagliato, figli di Bossi compresi, e si è dimesso. Abbiamo rinunciato ai rimborsi elettorali di luglio, adesso basta. C'è qualcuno che sta esagerando. Il Paese va a fondo e c'è gente che vive con l'incubo della Lega. Qualcuno vuole coprire le porcherie del governo Monti attaccandoci".

L'AMICO DI LUNGO CORSO - Giuseppe Leoni, cofondatore conBossi e la moglie Manuela Marrone della Lega lombarda e detentore con loro del simbolo del Carroccio: "Ho visto l’Umberto sabato scorso, se lo aspettava, erano queste le voci che giravano, ma era sereno, per niente preoccupato. Io di avvisi di garanzia nella mia vita ne ho collezionati ben 27, non sono certo preoccupato".

CAREZZA DA STRASBURGO - "Non è una bella notizia, ma sono convinto che Umberto Bossi ne uscirà a testa alta e rafforzato nell'immagine e nell'affetto di tutti noi". Lo dice l'eurodeputato Mario Borghezio a Sky Tg24. Borghezio ritiene che Bossi sia "un uomo molto avversato dai poteri forti che sono lo stato centralista e adesso anche questo governo dei poteri fortisismi e della finanza che non è amica della Lega". In ogni caso, aggiunge, "penso che questa vicenda rappresenterà una ennesima medaglia sul petto di Bossi che è un uomo onesto e pulito. E' la persona più onesta che apparsa nel mondo politico dal dopoguerra a oggi"

L'EX DEL PIRELLONE -  ''Chi ha conosciuto Umberto Bossi sa perfettamente che si tratta di un uomo semplice e onesto'': lo scrive Davide Boni in una nota del gruppo consiliare della Lega in Regione Lombardia. ''Il suo stile di vita e' sempre stato lontano da ogni tipo di lussi o altro - aggiunge l'ex presidente del Consiglio regionale a proposito del senatur, che e' stato indagato -. Gli attacchi della magistratura non potranno mai scalfire la figura di Umberto Bossi, uomo politico di immensa statura, senza uguali nella storia del nostro Paese''.

IL TRIUMVIRO - "L'indagine aperta su Umberto Bossi penso che sia un atto dovuto e personalmente ritengo che sia conseguente a una firma, o una sigla, apposta dal Segretario in assoluta buona fede, facendo affidamento sulla correttezza di un documento contabile predisposto dall'amministrazione del Movimento. Ho visto dare da Bossi alla Lega tutta la sua intelligenza, tutto il suo genio politico, tutte quelle che erano le sue risorse, anche economiche, tutte le sue energie, al punto di essere arrivato ad un passo dalla morte, e nulla potrà modificare la stima e l'affetto che provo per lui." Lo afferma il Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord, Roberto Calderoli.

NERVOSISMO NEL CARROCCIO - C'è nervosismo tra i parlamentari della Lega per la notizia che il leader Umberto Bossi è stato indagato per truffa ai danni dello Stato dalla Procura di Milano. Fuori da Montecitorio, un giornalista di Piazzapulita, la trasmissione di La7, ferma Sebastiano Fogliato e gli chiede del caso Bossi. Il deputato del Carroccio, racconta il giornalista Gaetano Pecoraro, "si è scagliato contro la telecamera e ha staccato un pezzo dicendomi che non sono affari nostri".