Ponte sull'Adda bloccato dalla burocrazia

I lavori di consolidamento sarebbero dovuti partire all'inizio dell'anno di Monica Autunno

Il ponte percorso ogni giorno da ventimila automezzi

Il ponte percorso ogni giorno da ventimila automezzi

Cassano d'Adda, 18 ottobre 2014 - Appalto fatto, lavori urgenti, finanziamento da quasi due milioni di euro pronto: ma l’impasse provinciale blocca ancora i lavori di consolidamento del ponte sull’Adda. Sarebbero dovuti partire a inizio anno, poi la burocrazia ci ha messo lo zampino e si è slittati (su carta) all’estate, ora la Provincia titolare dell’appalto non c’è più e dell’intervento, da tempo in calendario, non si sa più nulla.

Eppure l’opera, un progetto di consolidamento alla base del viadotto percorso ogni giorno da almeno ventimila automezzi anche pesanti, era stata prospettata come urgente e indifferibile. Il progetto prevede due tranche di intervento, in alveo e fuori, per «riempire» e consolidare piloni e travi erosi dalle piene e dal tempo. Nessun rischio a oggi, ma le condizioni del viadotto, si disse, non erano tali da consentire di lasciar passare troppo tempo. «Non abbiamo saputo più niente - dice l’assessore ai Lavori Pubblici di Cassano, Andrea Gaiardelli -. Il progetto ci era stato sottoposto, l’appalto c’era stato, con qualche problema inziale, ed eravamo fermi in attesa che ci comunicassero i tempi. Non so bene come si intenda procedere: peraltro, so che per i lavori giacenti su appalto provinciale c’è qualche problema relativo al patto di stabilità. Conto di informarmi quanto prima». L'ultimo intoppo, che ha impedito il decollo dei cantieri nei tempi previsti, era stato burocratico: una lunga giacenza dei fascicoli dell’appalto negli uffici per gli ok dell’antimafia. Prima ancora c’erano stati problemi con la prima impresa appaltatrice e con la Sovrintendenza, che aveva imposto modifiche al progetto.

Lo scorso anno, a quest’epoca, era furioso per i ritardi l'allora assessore Giovanni De Nicola: «La burocrazia è un corridoio infernale - disse - ma non arretriamo, perché questi lavori sono urgenti». La fase di progettazione, affidata a due studi di esperti, era stata preceduta da un lungo e accurato check up delle condizioni di salute del viadotto, tanto «anziano» quanto supersfruttato. L’impalcato del ponte consiste in tre «travate» continue da due campate ciascuna, 5 invece sono i piloni in calcestruzzo che sostengono la struttura: le «ispezioni» hanno evidenziato fessurazioni nelle travature di sostegno e fenomeni detti in gergo tecnico di «scalzamento» e «sgrottamento» provocati dall’usura e dall’azione dell’acqua. Due dunque i filoni: sull’impalcato fibre in carbonio consolideranno le travi di sostegno; per le fondazioni, si procederà a inserire nell'alveo fluviale strutture di supporto dette «palancole» e a consolidare con malte cementizie e speciali resine.