Osnago (Lecco), 30 gennaio 2014 - Markus si è svegliato dal coma e ha riaperto gli occhi. La prognosi per il bambino di Osnago di appena due anni che lunedì sera è stato sbranato dal rottweiler dei vicini di casa, resta però riservata e le sue condizioni continuano a rimanere critiche. La stessa notte subito dopo l’aggressione è stato operato d’urgenza. Un intervento durato fino all’alba della mattina seguente per suturare le profonde e numerose ferite ma anche per cominciare a ricostruirgli le parti che il molosso gli ha ridotto a brandelli come del resto il cuoio capelluto. Finirà tuttavia di nuovo sotto i ferri, probabilmente più di una volta. «Gli ho parlato - riferisce commosso Ilie Timis, il padre trentenne di origini romena che insieme alla moglie Maria lo veglia costantemente -. Purtroppo non è ancora fuori pericolo, occorrerà del tempo, molto tempo, ma speriamo che se la possa cavare».

I proprietari del cane che ha assalito il piccolo invece sono stati denunciati per lesioni colpose per omessa custodia e malgoverno di animali. Arold, così si chiama l’animale, al momento è affidato a un veterinario di fiducia dei padroni. Anche la bestia è stato infatti operata, perché i carabinieri hanno dovuto spararle per consentire ai soccorritori di passare e raggiungere il bimbo che ha tentato di divorare. Il proiettile calibro nove esploso dalla Beretta d’ordinanza del capitano Giorgio Santacroce le ha trapassato da parte a parte l’addome senza colpire organi vitali. Si trova in quarantena. Ci rimarrà per dieci giorni per escludere che possa aver contratto la rabbia e per stabilire se debba essere considerato un animale pericoloso. Poi il cane verrà trasferito in un canile, oppure soppresso, lo decideranno i giovani possessori. Quello che è certo è che in quel caseggiato all’angolo tra le vie Pinamonte de Capitani e John Lennon non tornerà mai più, nessuno lo vuole. Si tratta di un esemplare king size di quattro anni dal peso di una settantina di chilogrammi. I proprietari lo allevano da quando era un cucciolo, sostengono non abbia mai dato noie né manifestato aggressività, però non lo hanno nemmeno addestrato. Fortunatamente risulta assicurato. «Non ci interessa nulla del cane, neppure dei soldi - spiega il papà del bambino, che ieri mattina di buon ora si è recato dai militari della stazione locale di Merate per sporgere formale querela -. Ci importa solo del nostro Markus». Da quanto è stato possibile accertare il molosso sarebbe riuscito a scavalcare la recinzione del giardino dove era custodito, probabilmente inerpicandosi oltre lo steccato sfruttando le maglie metalliche. Quando ha visto il piccolo in braccio alla madre lo ha subito puntato. Questione di istinto, spiegano gli esperti. Ha mirato alla «preda» percepita come più debole e fragile.

di Daniele De Salvo