Potere ai dilettanti

Signori, il pasto è servito. Era ora

Milano, 24 settembre 20178 - Signori, il pasto è servito. Era ora. Da quando Silvio si è trasformato da Belzebù in padre nobile della Repubblica, mancava un bersaglio su cui concentrare quotidianamente, ossessivamente, l’italica intelligenza; contro cui erigere senza cedimenti il muro della cultura e della purezza della razza politica. Adesso lo abbiamo: Luigi Di Maio, candidato premier a elezioni che non prevedono la nomina di un premier, capo politico di un partito che di capo vero avrà sempre Grillo, e che ha pure un amministratore delegato (Casaleggio). Di Maio, quello che sbaglia i congiuntivi, che trasferisce il dittatore Pinochet dal Cile al Venezuela. Quello scelto da un oceanico voto online, quasi 31mila elettori, più o meno gli spettatori della curva sud di San Siro. Tutto vero. Se vogliamo, possiamo anche metterci le mani nei capelli, inquietarci per il futuro e per il presente di un Paese che esprime simili leadership. Possiamo, eccome.

E a ragione. Del resto, non è da oggi che questo movimento nuovo, strampalato, che prende però un sacco di voti, è nel mirino delle forze tradizionali, assediate, strette all’angolo. Anche dei media, ovviamente, pronti a segnalare ogni sciocchezza 5 Stelle: materiale fornito in quantità industriale. Tutto giusto. Guai se non si denunciassero i limiti di un soggetto così rilevante, che nonostante la Raggi continua a viaggiare nei sondaggi vicino al 30%. Tutto bene. Peccato che questa paura, che si traduce, come detto, in tam tam ossessivo, rischi di avere in parte dell’opinione pubblica l’effetto contrario: come con Berlusconi o con Trump. Perché la gente sa bene che Di Maio è inesperto, ma gli ‘esperti’ non hanno risolto i loro problemi. Perché Grillo fa ridere, ma gli altri fanno piangere. Perché i grillini sono dilettanti, ma è proprio questo che in tanti vogliono, visti i risultati dei professionisti. Allora, benvenuto Di Maio: avremo altri ettolitri di indignazione da versare. E i 5 Stelle, se così sarà, qualche altro milione di voti da prendere