Cardano al Campo, 11 luglio 2013 - «L’ho chiamata, “Laura, Laura”, e ha aperto gli occhi». I suoi brillano di gioia: Giuseppe Poliseno è il marito di Laura Prati, il sindaco (o la «sindaca», come le piace essere chiamata) di Cardano al Campo, ferita martedì scorso da tre colpi esplosi dalla 7.65 da Giuseppe Pegoraro, il vigile urbano sospeso dal servizio. Nel pomeriggio i medici le parlano, le chiedono di eseguire piccolissimi movimenti come spostare la lingua da una parte all’altra. Laura esegue: è cosciente. È una speranza, la conferma di una tempra tenace e di una incrollabile volontà di guarire. Anche dopo l’emorragia cerebrale che l’ha colpita nel pomeriggio di martedì, all’ospedale di Circolo di Varese, al termine di un intervento a un’arteria che non destava particolari preoccupazioni. «Laura - dice il marito - è una donna forte, me lo hanno assicurato anche i medici. Forse c’era qualcosa di congenito, che l’intervento ha mosso, ha acutizzato. Sarà lunga. Lo sappiamo. Aspettiamo».

Dopo una nottata tranquilla, le condizioni di Laura Prati sono considerate gravi ma stabili. Dalla serata di martedì viene sedata in neurorianimazione. Uno stato di coma indotto che si protrarrà per almeno 48 ore. Saranno ore decisive. Poi la paziente verrà risvegliata con una progressiva riduzione della sedazione e si accerterà se l’emorragia ha provocato danni cerebrali.

Il sindaco di Cardano aveva trascorso in tranquillità la mattinata di martedì, nella sua camera alla rianimazione dell’ospedale di Gallarate, dove era stata trasportata subito dopo l’attentato. Aveva letto qualche pagina del romanzo di Harper Lee «Il buio oltre la siepe», storia di un coraggioso avvocato nell’America razzista, reso famoso anche da un film con Gregory Peck. Poi il ricovero all’ospedale di Varese per il trattamento radiologico di una fistola arterovenosa a livello di un’arteria dell’addome inferiore. Al termine dell’intervento si è manifestato un primo peggioramento del quadro neurologico, forse provocato da un problema congenito acutizzato dallo stress di questi ultimi giorni. Una tac e di seguito una angiografia hanno svelato un’emorragia intracranica. L’intervento di neurochirurgia si è protratto per sei ore e ha bloccato l’emorragia.

Intanto, l’inchiesta condotta dal sostituto procuratore di Busto Arsizio Nadia Calcaterra segna alcuni punti fermi. Il pm ha disposto tre consulenze. Una psichiatrica, affidata a Nicola Poloni, per stabilire quali fossero le condizioni mentali di Pegoraro la mattina del 2 luglio. Un consulenza medico legale sui feriti, il sindaco Prati e il vicesindaco Costantino Iametti. Un accertamento medico legale cinematico per ricostruire uno dei momenti di quella mattinata di fuoco, quando l’ex agente della polizia locale, puntando una carabina di precisione munita di cannocchiale, centrò per due volte una «volante» del commissariato di Gallarate.

di Gabriele Moroni