Trezzano sul Naviglio, iniziata la demolizione dell’ecomostro dell’ex Demalena

Cambierà il volto al rione Marchesina

A sinistra il sindaco Fabio Bottero

A sinistra il sindaco Fabio Bottero

Trezzano sul Naviglio (Milano), 5 aprile 2019 - Si chiama rigenerazione urbana ed è il processo che ieri ha segnato un nuovo inizio per il quartiere Marchesina. Dopo decenni di abbandono e degrado, dopo tante promesse e false illusioni, hanno preso il via le operazioni di demolizione dell’ex Demalena, la vecchia cartiera che fino agli anni 90 è stata una dei motori dell’economia trezzanese.

Al posto di un edificio decadente, bonificato dall’amianto ma testimone di tante criticità, sorgerà un nuovo centro urbano composto da abitazioni, negozi, piazze e aree verdi: una nuova strada migliorerà la viabilità e nuovi parcheggi compenseranno la carenza di aree di sosta che attualmente caratterizza il quartiere. La tecnologia e il rispetto dell’ambiente saranno i punti forti di questo insediamento che, sin da queste prime operazioni, mostra un’interesse particolare per l’ambiente.

Il sistema utilizzato infatti si chiama «demolizione circolare» proprio perché il materiale demolito, per la maggior parte, verrà ripulito e riutilizzato nell’intervento. La ruspa che per circa 3 mesi lavorerà nel cantiere è stata azionata alle 9,30 ed esattamente pochi secondi dopo è stata data la prima bennata alle intelaiature esterne del vecchio edificio. Con un colpo secco il braccio meccanico ha segnato l’inizio di una nuova storia per il quartiere e per i suoi residenti.

A guidare le operazioni, emozionato e forte di un successo inseguito da anni, è stato il sindaco Fabio Bottero. «Questo è il risultato di dieci anni di lavoro ed è il simbolo della nostra coerenza», commenta il primo cittadino. Non è stato facile, infatti, far coincidere gli interessi degli operatori privati con quelli della cittadinanza. Il risultato? Dei ben 130mila metri cubi dello stabilimento ne verranno edificati meno della metà. Il resto saranno aree aperte, parcheggi, piazze e giardini: luoghi di aggregazione che faranno rinascere il vecchio quartiere.

«Il materiale verrà trasportato ad un centro di smaltimento e di rigenerazione a poco meno di due chilometri da Trezzano. Questo permetterà di ridurre le emissioni di CO2», hanno spiegato i tecnici. Ma gli aspetti green di questa operazione sono diversi. Il recupero degli inerti, in modo da riutilizzare i materiali opportunamente trattati, come riempimento per sottofondi stradali, per calcestruzzi strutturali, per produrre malte premiscelate o, anche, come aggiunta al terreno rimosso durante gli scavi, annulleranno gli scatti edili. In pratica da un’area di degrado da smantellare non saranno prodotti rifiuti non recuperabili, se non in una piccolissima percentuale inferiore al 3%. Anche gli oneri di urbanizzazione verranno investiti nel quartiere portando benefici.