Sesto e Cinisello, partenza nel caos per i pronto soccorso

Fino a dieci ore di attesa per una prestazione in codice bianco. Pazienti in barella nei corridoi come non si era mai visto prima di ROSARIO PALAZZOLO

Orari più lunghi nei poliambulatori

Orari più lunghi nei poliambulatori

Cinisello (Milano), 12 gennaio 2016 - Fino a dieci ore di attesa per una prestazione in codice bianco. Pazienti in barella nei corridoi come non si era mai visto prima. Pronto soccorso sempre super affollati, sebbene l’emergenza dell’influenza stagionale non sia ancora iniziativa. Tensione che rischia di salire alle stelle ad ogni intoppo, o fraintendimento. Il 2016 si apre con il rischio blackout per i pronto soccorso del Nord Milano. Ospedale Bassini e Città di Sesto San Giovanni, che dal primo gennaio sono parte della nuova azienda ospedaliera «Asst Nord Milano», sono a un passo dal collasso a causa di quello che i sindacati della sanità definiscono «uno stato di emergenza consolidato». Emergenze diverse per i due ospedali, ma uno stesso risultato: il caos tra pazienti e parenti, ma soprattutto il personale allo stremo.

A Cinisello Balsamo l’emergenza è cominciata il primo gennaio, quando è decaduto il «progetto Codici Bianchi», varato da Regione Lombardia due anni fa proprio con l’obiettivo di alleggerire il lavoro delle équipe mediche. In pratica, negli ultimi due anni, al Bassini erano correntemente al lavoro con contratto «precario» due medici e due infermieri con il compito di occuparsi dei cosiddetti Codici Bianchi, ossia dei casi meno gravi. Nel solo 2015 hanno «smaltito 6.200 casi con Codice Bianco, eseguendo 26mila prestazioni medico infermieristiche. A loro erano state dirottate le più «semplici» tra le 37mila prestazioni annuali del pronto soccorso. Dunque, la loro assenza oggi si sente in modo tangibile per chi si presenta in Ps e chiede una prestazione ritenuta non urgente. Basta guardare le liste d’attese che compaiono sul maxischermo in sala d’attesa. I codici bianchi rimangono costantemente in fondo alla lista, con la conseguenza che dopo ore di attesa molti rinunciano e tornano a casa.

«Siamo dinanzi a un passo indietro inspiegabile e grave da parte della Regione – afferma Vincenzo De Martino, vice coordinatore regionale del sindacato Fials che tra gli ospedali del Nord Milano è maggioritario -. La scomparsa di queste figure precarie ha scaricato sull’équipe del pronto soccorso una mole di lavoro enorme, scatenando il caos tra i pazienti. Spesso medici e infermieri sono messi sotto accusa per i tempi di attesa, che non dipendono da loro. Il pronto soccorso funziona a pieno regime durante tutte le 24 ore, ma è sufficiente un Codice Giallo o peggio un Rosso, per bloccare per ore i pazienti meno urgenti».

A Sesto San Giovanni la situazione rischia di essere anche più preoccupante. Il pronto soccorso, nato per essere di secondo livello, negli ultimi anni ha accresciuto le sue attività, ma non è seguito un adeguato potenziamento dell’organico sanitario. «Il problema generale dei pronto soccorso è che le aziende ospedaliere fanno i loro conti in base a standard che si riferiscono al 1982 – spiega De Martino -, senza guardare ad una realtà che è profondamente mutata. Stanno venendo meno tutte le condizioni legali di sicurezza, rendendo più difficile per il personale stabilire un rapporto sereno e favorevole con i pazienti». «L’azienda è appena rinata – conclude il sindacalista Vincenzo De Martino -. Il direttore generale Fulvio Odinolfi conosce bene la situazione. Ci aspettiamo di essere convocati al più presto per un incontro nel quale si possa parlare del futuro degli ospedali del Nord Milano e soprattuto della condizione dei due pronto soccorso.

di ROSARIO PALAZZOLO