Coronavirus a Cinisello: "Frutta e verdura gratis, così ringraziamo l’Italia"

Chi passa in via Garibaldi si può servire da Ahmed Ghoneim, in prima linea tra i piccoli imprenditori stranieri dal cuore d’oro

Adil, Hicham ed Edo

Adil, Hicham ed Edo

Cinisello Balsamo (Milano), 30 marzo 2020 - Le parole del premier albanese che invia 30 dei suoi medici e infermieri in Italia stanno facendo il giro del Paese. "Questa è una guerra che nessuno può vincere da solo", ha detto. Lo stesso sentimento che da qualche giorno sta animando decine di persone anche nel Nord Milano, impegnate in gesti di solidarietà che in qualche modo rompono quel muro di silenzio causato dalla quarantena forzata cui siamo costretti in tantissimi. In prima linea ci sono numerosi commercianti e piccoli imprenditori stranieri che in Italia hanno trovato la loro seconda casa e un Paese che li ha adottati.

«L’Italia ci ha dato un lavoro e un luogo dove crescere la famiglia", racconta Ahmed Ghoneim, egiziano che da due anni gestisce un piccolo negozio di frutta e verdura in via Garibaldi, a 200 metri dalla centralissima piazza Gramsci. Guanti e mascherina, Ahmed si alza quando è ancora notte per andare a rifornirsi e trascorre le giornate a riempire i sacchetti di frutta e verdura, mentre la moglie marocchina lo aiuta alla cassa. Ora ha sorpreso l’intera città affiggendo cartelli alle sue vetrine: "Prendi ciò che ti serve e lascia per gli altri". Sotto, cassette di frutta, verdura e patate, pronte per essere portate via da qualsiasi passante.

«Sono arrivato in Italia nel 2004 – racconta – ho sofferto ma questo Paese mi ha adottato e mi ha permesso di integrarmi. In questo momento di bisogno abbiamo il dovere di dividere il nostro pane con chi non ne ha". Chiunque può infilare la mano nelle cassette e prendere qualche mela, qualche patata o un arancia. "La cosa importante è che non esagerino e che ne lascino agli altri". Sabato Ahmed ha ricevuto la visita di don Alberto, il sacerdote Caritas di Cinisello, e del sindaco Giacomo Ghilardi, che volevano esprimergli il loro orgoglio per un gesto cosi esemplare. Ahmed ha chiesto di occupare un angolo del marciapiede: "Perché entrare in un negozio e chiedere da mangiare è difficile, ma se lo trovi in strada e puoi prenderlo senza che nessuno ti dica nulla, lo fai senza vergognarti".

Storie che si inseguono, come quella di Adil, Hicham e Edo, tre cittadini del Marocco che con le loro mogli lavorano da alcuni anni come commercianti di frutta e verdura nei mercati del Nord Milano. "Con questo lavoro vivono tre famiglie più due dipendenti – racconta con accento abruzzese Yassin, in Italia praticamente da sempre – Ci siamo trovati a dover ripensare tutto nel giro di 24 ore. Abbiamo cominciato a proporre le consegne a domicilio. Le facciamo con diversi clienti abituali e anche con nuovi".

Il lavoro è più faticoso e i guadagni sono stringati, ma anche loro non hanno perso di vista ciò che gli sta accadendo intorno: "Abbiamo visto che le difficoltà delle persone stanno crescendo – spiegano i ragazzi che hanno il magazzino a Bresso e normalmente sono presenti a Cinisello il lunedì con un banco in via Bramante – A fine giornata arriviamo a casa e possiamo mangiare verdura e frutta, ma c’è già chi non ha i soldi per comprarli. Così abbiamo deciso di dedicare una parte dei nostri prodotti a chi ha bisogno. Abbiamo anche dato la nostra disponibilità al sindaco di Bresso e alla Protezione civile di Cinisello. Non doniamo scarti. Ma chiediamo di cosa hanno bisogno e lo prepariamo esattamente come facciamo per ogni cliente". Un esercente cinisellese di via Cervi, romeno, ha chiamato il Comune per chiedere come poteva aiutare: in poche ore ha donato 100 chili di alimentari non deperibili.