Promoter uccisa, caccia al sangue in casa di Clericò nella villa di Garbagnate

Il genetista Portera nell'abitaizone dell’accusato del delitto di Marilena Re

Vito Clericò, 65 anni, accusato dell’omicidio della promoter Marilena Rosa Re

Vito Clericò, 65 anni, accusato dell’omicidio della promoter Marilena Rosa Re

Garbagnate Milanese (Milano), 8 settembre 2018 - È tornato nella villa di via Livorno a Garbagnate Milanese, Giorgio Portera, il genetista del Dipartimento di Biologia e genetica Forense dell’Università degli Studi di Milano. Il nuovo sopralluogo nella villa di Vito Clericò, il 65enne, pensionato, accusato dell’omicidio e occultamento di cadavere aggravato dalla premeditazione e delle sevizie, della promoter di 58 anni Marilena Rosa Re di Castellanza (Varese) il 30 luglio 2017 è durato alcune ore.

Lo scorso 22 giugno scorso nel corso dei primi rilievi con il luminol, l’esperto nominato dalla Procura di Milano, aveva rinvenuto tracce ematiche nella vasca da bagno, su un paio di guanti in lattice rinvenuti nella tasca del pantaloni dell’assassino. Questa volta il genetista ha concentrato i rilievi sul corridoio dell’antibagno, sui battiscopa, su alcuni appendiabiti e nella scarpiera passando al setaccio tutte le scarpe di Clericò e della moglie, Alba De Rosa. inoltre ha fatto accertamenti e sequestrato anche il telefono cordless di casa. Il perito sta cercando tracce ematiche e biologiche utili a stabilire se Marilena è stata uccisa, decapitata e depezzata nella villa oppure se da lì è passato il corpo della promoter prima di essere sepolto nell’orto di via Volta. E in questo modo stabilire anche il ruolo della De Rosa che secondo il pm del Tribunale di Milano, Rosaria Stagnaro, avrebbe avuto un ruolo nell’occultamento e nel depezzamento del cadavere della vittima e avrebbe favoreggiato il marito nel nascondere anche alcune prove fondamentali per le indagini, come l’arma del delitto che non è ancora stata ritrovata, i vestiti e la borsa della vittima. «Adesso attendiamo l’esito degli esami di laboratorio e successivamente il genetista ci dirà se saranno necessari nuovi accessi alla villa», dichiara l’avvocato Daniela D’Emilio che insieme al collega Franco Rovetto difendono il killer reo confesso.

Intanto dopo un primo incontro in carcere alla fine di luglio, Giacomo Mongodi, lo psichiatra nominato dal gup di Milano Alessandra Simion, tornerà nel carcere di Busto Arsizio mercoledì 12 settembre per la nuova perizia psichiatrica ed effettuare alcuni test sul 65enne garbagnatese. Insieme a Mongodi ci sarà anche lo psicologo Alessandro Meluzzi nominato dalla difesa. Il giudice ha concesso 90 giorni (a decorrere dallo scorso 26 luglio) per il deposito della relazione, che poi sarà discussa nell’udienza del prossimo 8 novembre. Anche il pm Rosaria Stagnaro, titolare dell’inchiesta, ha nominato un proprio consulente, lo psicopatologo Marco Lagazzi chiedendo che la perizia riguardi anche la pericolosità sociale dell’uomo in modo che, nel caso in cui dovesse essere assolto per vizio totale di mente, venga disposta almeno una misura di sicurezza.