Nel carcere di Bollate il riscatto parte dai diplomi

Bollate, 113 i detenuti-studenti iscritti ai corsi tecnici e all’alberghiero

La consegna dei diplomi ai detenuti

La consegna dei diplomi ai detenuti

Bollate (Milano), 13 luglio 2018 - «Credo che lo studio e la cultura siano fondamentali per il nostro reinserimento nella società, ci rendono consapevoli di ciò che siamo e aiutano e diventare delle persone migliori». Emmanuel, 27 anni, sudamericano è uno dei detenuti del carcere di Bollate che ha conseguito 100/100 alla fine della classe quarta dell’istituto tecnico Primo Levi (con sede distaccata nell’istituto di pena) e il diploma di tecnico d’impresa. Ora dovrà fare l’anno integrativo (la quinta) e poi potrà realizzare il suo sogno, cioè quello di iscriversi alla facoltà di chimica e biologia. Sono 113 i detenuti del carcere alle porte di Milano che studiano nelle sezioni distaccate aperte dietro le sbarre dall’Itc Levi di Bollate e dall’istituto alberghiero Frisi di Milano.

Ieri consegna dei diplomi per chi ha concluso la classe terza, quarta e quinta. Tra loro anche Valerio, ucraino, 34 anni, che ha conseguito 100/100 alla fine della classe terza, «ho incontrato qualche difficoltà nello studio dell’inglese, ma nelle altre materie non ho avuto problemi, ho già una laurea in economia che ho preso nel mio paese». Scuole superiori, ma non solo. Altri 35 detenuti frequentano invece l’università, dalla facoltà di giurisprudenza a quella di scienze politiche, da agraria a scienze delle comunicazioni. «Abbiamo sempre cercato di agevolare l’iscrizione dei detenuti ai percorsi formativi e scolastici - dichiara Cosima Buccoliero, direttore aggiunto della casa di reclusione Milano-Bollate - è un opportunità per emanciparsi e per reinserirsi nella società». Per chi è iscritto all’università c’è anche il progetto “Adotta un detenuto” che affianca ai carcerati un tutor-universitario e un arzillo volontario 90enne, ex professore di matematica, che settimanalmente si reca in carcere per aiutare nella preparazione degli esami. Ci sono infine i corsi di alfabetizzazione al quale sono iscritti 43 detenuti e sezioni distaccate delle scuole medie frequentate da 39 detenuti.

Ieri pomeriggio è stato consegnato l’attestato a dodici detenuti che hanno partecipato alla staffetta letteraria promossa dal Bimed, la Biennale del Mediterraneo. La classe terza del Levi ha vinto l’edizione 2018 scrivendo un capitolo del racconto, «Il mistero della casa di via Bixio», basato su un incipit scritto da Anselmo Roveda, giornalista e scrittore. «Il racconto e il lavoro partecipato dagli studenti del carcere di Bollate ci ha permesso di provare ancora una volta quanto attraverso le parole possa essere possibile superare gli steccati che non ci permettono di determinare la comunanza di cui abbiamo bisogno tutti - dichiara il direttore del Bimed, Andrea Iovino - al di là dell’idea di dentro e di fuori che dobbiamo assolutamente superare».